Il Tirreno

Grosseto

Macellazione clandestina, vino comune spacciato per Igp: imprenditore nei guai

Macellazione clandestina, vino comune spacciato per Igp: imprenditore nei guai

Blitz della guardia di finanza in un'azienda agricola di Orbetello: sequestrate centinaia di chili di ortaggi e verdure e di bottiglie

29 aprile 2021
3 MINUTI DI LETTURA





ORBETELLO. Macellazione clandestina, vino comune spacciato per Igp e falsa indicazione “produzione propria” su ortaggi in vendita: a scoprirlo sono stati gli uomini della guardia di finanza che sta svolgendo controlli a tappeto su tutto il territorio per tutelare il Made in Toscana, con riguardo, ovviamente, per la Maremma oltre che per proteggere la salute dei consumatori. Gli uomini della tenenza di Orbetello hanno accertato che una ditta che si trova sul territorio del comune lagunare, vendeva sia in azienda che nei mercati settimanali che si svolgono in tutta la zona sud della provincia, numerose varietà di frutta e verdura apponendo la dicitura "produzione propria": di fatto però, gli ortaggi e la frutta venivano acquistati da diversi fornitori anche fuori Toscana, dalla quale era stato accuratamente rimosso ogni bollino indicante il produttore originario e, quindi, spacciati come di produzione maremmana propria.

 La presenza di varie fatture di acquisto di importi ingenti da altri operatori dello stesso settore, inconsuete per un semplice imprenditore agricolo e la presenza sui banchi di ortaggi "fuori stagione", hanno fatto suonare un campanello d'allarme nei finanzieri, i cui successivi approfondimenti hanno portato al sequestro di oltre 200 chili di prodotti agricoli. Inoltre, nella sede dell'impresa sono stati messi sotto la lente d'ingrandimento anche numerosi serbatoi contenenti, secondo le diciture apposte, vini di qualità "Merlot", "Cabernet", "Vermentino" e "Ansonica"; peraltro, le ultime due qualità si riferiscono a denominazioni di origine controllata e garantita del territorio, che di norma sono soggette a un rigoroso iter certificativo per poter essere impresse su prodotti destinati alla vendita. Dai riscontri compiuti è stato accertato come l'imprenditore avesse utilizzato della normalissima uva da tavola per la sua produzione vitivinicola,  ingannando  i clienti, che erano convinti di comprare vini delle prestigiose e rinomate qualità sopra indicate. Oltre a effettuare il sequestro dei serbatoi, i militari hanno bloccato la vendita anche di tutti i contenitori di prodotto già imbottigliato presenti nei locali dell'azienda e nei mercati della zona, sequestrando e ritirando complessivamente dal mercato circa 4.750 litri di vino con false etichettature. Inoltre il personale sanitario dell'Asl ha posto sotto sequestro amministrativo, in attesa dell'invio alla distruzione, circa 110 quintali di vino perché privo di qualsiasi etichetta e di documenti di produzione e tracciabilità e, quindi, non destinabile al consumo umano poiché di origine e provenienza sconosciuta; sono state altresì contestate alcune violazioni a norme sanitarie per le quali si procederà alle relative sanzioni amministrative.

Ma come se non bastasse, le Fiamme gialle e gli operatori dell'Asl nel corso degli approfondimenti hanno per giunta appurato l'effettuazione di una clandestina attività di macellazione abusiva di conigli e capretti, rilevando nei congelatori dell'azienda circa 65 chili di carne conservata in buste di plastica prive di qualsiasi etichettatura o indicazione circa la provenienza, la data di macellazione e la qualità, nonché l'apposizione, all'interno dell'attività, di una telecamera non osservante le norme sulla videosorveglianza sul posto di lavoro.

Il titolare dell'azienda è stato denunciato per frode in commercio aggravata e macellazione clandestina. Le attività complessivamente svolte, stavolta anche in piena sinergia con i competenti uffici dell'Asl per gli aspetti di specifica spettanza, si inquadrano tra i servizi coordinati dal comando provinciale di Grosseto finalizzati a sanzionare i comportamenti maggiormente lesivi e gravi, oltre che a disarticolare la catena logistica, organizzativa e strutturale delle filiere che mettono in atto condotte fraudolente volte a danneggiare il settore economico agroalimentare del "Made in Toscana/Maremma", commercializzando prodotti recanti false o ingannevoli indicazioni di provenienza, con conseguenti gravi pregiudizi sia degli operatori economici onesti sia dei consumatori.

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni