Pineta a rischio, corsa contro il tempo
di Elisabetta Giorgi
L’ordinanza del sindaco è scaduta e dava solo 10 giorni di tempo per sistemare. I mezzi dei privati sono ancora in azione
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PRINCIPINA A MARE. I privati obbediscono all’ordinanza del sindaco e sistemano in fretta e furia la pineta. Anche fuori tempo massimo, pur di ottemperare all’atto pubblico che ha dato solo 10 giorni di tempo per intervenire. L’ordinanza è scaduta il 30 aprile e ci sono mezzi meccanici ancora in azione.
L’ordinanza. Il 20 aprile 2017 il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna firma un’ordinanza: è la numero 36 e ha come oggetto gli “interventi urgenti per la prevenzione degli incendi nella pineta litoranea di Marina di Grosseto e Principina”. Il primo cittadino ha «ordinato ai proprietari e conduttori di terreni» «la ripulitura e il taglio del sottobosco da rovi, sterpaglie, materiale secco di qualsiasi natura ed altri rifiuti infiammabili»; l’ordinanza dettaglia che possono essere usati anche decespugliatori a martelli». La scadenza (perentoria) entro cui bisogna adempiere all’obbligo era fissata per il 30 aprile, cioè dieci giorni dopo l’atto. Altrimenti si rischiano sanzioni pesanti, riportate nero su bianco nell’ordinanza.
A che punto siamo con i lavori? Non è dato sapere: il Comune – al quale abbiamo chiesto da giorni un aggiornamento sul rispetto o meno dell’ordinanza – ci deve ancora rispondere in merito, cioè se la pineta sia stata messa in sicurezza o quanta parte di essa; se l’ordinanza abbia funzionato o meno, se si controlla che venga rispettata, quali interventi lo stesso ente locale abbia messo in cantiere o abbia già fatto in questi giorni per la parte di propria competenza, e via dicendo.
Tempi sforati. In questi giorni a Principina e Marina alcuni mezzi dei privati erano ancora in azione, a ordinanza scaduta; ma secondo i diretti interessati rispettare i tempi era praticamente impossibile. Per esempio ai lati del viale del Delfino, il vialone che porta verso la rotatoria e dove insiste una grossa parte di pineta privata, era al lavoro con il trattore Mauro Ciofi, grossetano titolare dell’azienda Pino sas. È stato chiamato dai privati per sistemare vari ettari a Principina e Marina. Lo incontriamo mentre trincia, decespuglia e sistema la pineta ai lati della strada: ha con sé una copia dell’ordinanza e mappe che illustrano le particelle di competenza. «I lavori sono in corso – dice – Lavoro sodo, l’ordinanza ci ha dato tempi brevi ma intanto stiamo finendo tutto». Prima qua ai lati del viale, poi verso via del Dentice. Alessandro Bernabei, il privato che gli ha affidato l’incarico, è convinto che «l’ordinanza sia sbagliata, di sicuro nei tempi. A noi ci è stata notificata circa una settimana prima della scadenza. Capisco il senso per carità, ma queste sono cose che potevano essere decise prima, d’inverno. Ora, col passaggio dei mezzi meccanici, è pure a rischio la nidificazione». Senza fare polemica, il privato tiene a sottolineare: «ci piacerebbe che anche le istituzioni facessero la loro parte, che il Comune intervenisse e passasse con la spazzatrice lungo il viale principale, che fossero portati via gli aghi di pino accumulati». Poi le pratiche incivili di chi crea discariche abusive qua e là. Calcinacci, sporcizia regnano ai lati di Riogrande e altrove. «Più volte – dice – ho scritto alle istituzioni, senza esito».
L’ordinanza. Il 20 aprile 2017 il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna firma un’ordinanza: è la numero 36 e ha come oggetto gli “interventi urgenti per la prevenzione degli incendi nella pineta litoranea di Marina di Grosseto e Principina”. Il primo cittadino ha «ordinato ai proprietari e conduttori di terreni» «la ripulitura e il taglio del sottobosco da rovi, sterpaglie, materiale secco di qualsiasi natura ed altri rifiuti infiammabili»; l’ordinanza dettaglia che possono essere usati anche decespugliatori a martelli». La scadenza (perentoria) entro cui bisogna adempiere all’obbligo era fissata per il 30 aprile, cioè dieci giorni dopo l’atto. Altrimenti si rischiano sanzioni pesanti, riportate nero su bianco nell’ordinanza.
A che punto siamo con i lavori? Non è dato sapere: il Comune – al quale abbiamo chiesto da giorni un aggiornamento sul rispetto o meno dell’ordinanza – ci deve ancora rispondere in merito, cioè se la pineta sia stata messa in sicurezza o quanta parte di essa; se l’ordinanza abbia funzionato o meno, se si controlla che venga rispettata, quali interventi lo stesso ente locale abbia messo in cantiere o abbia già fatto in questi giorni per la parte di propria competenza, e via dicendo.
Tempi sforati. In questi giorni a Principina e Marina alcuni mezzi dei privati erano ancora in azione, a ordinanza scaduta; ma secondo i diretti interessati rispettare i tempi era praticamente impossibile. Per esempio ai lati del viale del Delfino, il vialone che porta verso la rotatoria e dove insiste una grossa parte di pineta privata, era al lavoro con il trattore Mauro Ciofi, grossetano titolare dell’azienda Pino sas. È stato chiamato dai privati per sistemare vari ettari a Principina e Marina. Lo incontriamo mentre trincia, decespuglia e sistema la pineta ai lati della strada: ha con sé una copia dell’ordinanza e mappe che illustrano le particelle di competenza. «I lavori sono in corso – dice – Lavoro sodo, l’ordinanza ci ha dato tempi brevi ma intanto stiamo finendo tutto». Prima qua ai lati del viale, poi verso via del Dentice. Alessandro Bernabei, il privato che gli ha affidato l’incarico, è convinto che «l’ordinanza sia sbagliata, di sicuro nei tempi. A noi ci è stata notificata circa una settimana prima della scadenza. Capisco il senso per carità, ma queste sono cose che potevano essere decise prima, d’inverno. Ora, col passaggio dei mezzi meccanici, è pure a rischio la nidificazione». Senza fare polemica, il privato tiene a sottolineare: «ci piacerebbe che anche le istituzioni facessero la loro parte, che il Comune intervenisse e passasse con la spazzatrice lungo il viale principale, che fossero portati via gli aghi di pino accumulati». Poi le pratiche incivili di chi crea discariche abusive qua e là. Calcinacci, sporcizia regnano ai lati di Riogrande e altrove. «Più volte – dice – ho scritto alle istituzioni, senza esito».