Il Tirreno

Grosseto

in tribunale

Uccise prostituta, condannato a 20 anni

Francesca Gori
I carabinieri davanti all'appartamento della ragazza
I carabinieri davanti all'appartamento della ragazza

La donna fu trovata nel suo appartamento con la testa fracassata: il ragazzo, 19 anni, incastrato dalle impronte su una forchetta

14 febbraio 2015
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GROSSETO. Aveva ucciso una prostituta fracassandole la testa. Aveva appena 19 anni, quando in quell'appartamento nel centro di Siena, il pavimento si riempì di sangue. Renan William Villanova Correa, lo studente brasiliano cresciuto a Grosseto è stato condannato a venti anni, come riporta il Corriere di Maremma.   Il ragazzo è colpevole dell’omicidio di Lucelly Molina Camargo, la prostituta uccisa due anni fa in un appartamento di via Vallerozzi. Il giovane, reo confesso e difeso dall’avvocato Roberta Batelli del foro di Siena, è stato giudicato con rito abbreviato dal Gup Ilaria Cornetti che ha emesso la sentenza dopo quasi tre ore di camera di consiglio. Il pubblico ministero, Nicola Marini, aveva chiesto l’ergastolo con isolamento per l’imputato.

Il ragazzo fu arrestato dai carabinieri che riucirono ad incastrarlo grazie alle impronte digitali scoperte su una forchetta utilizzata per aprire la valigia della donna. Renan William Villanova Correa infatti, aveva ucciso la prostituta per rapinarla.

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Diciannove anni, studente di origini brasiliane, una famiglia a Grosseto.  Renan  William  Villanova Correa sotto la statua di Canapone c'è cresciuto. Nato a San Paolo in Brasile 20 anni fa, il ragazzo ha sempre vissuto a Grosseto con la famiglia, nella zona a nord della città, stretta tra i capannoni dell'area industriale e l'ex Foro Boario. La donna, prima di morire, avrebbe anche tentato di difendersi. E per difendersi, le donne graffiano. Sotto le sue unghie erano stati trovati frammenti di pelle. Chi la uccise, aveva utilizzato qualcosa di duro per colpirla più e più volte alla testa.

Al momento dell'arresto il ragazzo aveva negato di essere stato lui ad uccidere la donna. Ma le prove in mano ai carabinieri non erano poche: tabulati telefonici e tante, troppe tracce del passaggio del ragazzo dall'appartamento della colombiana. Ad inchiodarlo sarebbero state le perizie del Ris di Roma. Durante l'interrogatorio probabilmente aveva lasciato qualche impronta che è stata confrontata con quelle trovate nell'appartamento della trentaduenne.

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