Aspettando Gudmundsson, i viola hanno bisogno dei suoi gol
Il bomber brilla con la nazionale, ma stenta con la maglia della Fiorentina
FIRENZE. L’inizio di stagione di Albert Gudmundsson può essere visto benissimo dai due volti: uno quello con la Fiorentina (della quale comunque è il capocannoniere, anche non brillando) e l'altro con la maglia dell'Islanda, dove continua, partita dopo partita, a migliorare sempre più i suoi numeri (5 gol e 3 assist). Infatti, altra sosta nazionali e altro gol del fantasista viola, nella gara vinta 2-0 dell'Islanda contro l'Azerbaijan. Rete del vantaggio e poi assist sul raddoppio di Ingason.
Come detto Gudmundsson è comunque il capocannoniere viola, perché tra tutte le competizioni ha già messo a segno 4 reti e fatto anche 3 assist. I numeri, sostanzialmente, sono gli stessi che ha con l'Islanda, anche se le partite sono di gran lunga meno (4 con l’Islanda, 13 con i viola). Un rendimento da vero fuoriclasse quello con la nazionale, mentre in maglia viola appare un talento ancora alla ricerca di se stesso, soprattutto in Serie A. Sì perché un fattore che molti sottolineano da quando è arrivato a Firenze è che ancora non ha mai fatto vedere il suo reale talento, quello visto e apprezzato quando era al Genoa. In rossoblù era veramente un giocatore “totale”, che Gilardino lasciava completamente libero: nessun paletto, doveva semplicemente scendere in campo e dimostrare il suo valore. E i numeri di quella stagione, al ritorno in Serie A dopo aver trascinato il Grifone nel campionato cadetto, parlano chiaramente. Alla Fiorentina abbiamo visto questo calciatore solo a sprazzi, soprattutto lo scorso anno (specie nelle partite con Lazio, Milan e Juventus). In questa stagione ha confermato solo un altro fattore importante: la sua grande freddezza. La dimostrazione è la rete dal dischetto segnata nell'ultimo turno di campionato, nel suo vecchio stadio, sotto la sua vecchia gradinata, in una pioggia assordante di fischi.
Il compito di Paolo Vanoli, diventato nuovo allenatore della Fiorentina, sarà quello di ritrovare anche un giocatore come lui, fondamentale per uscire da questa situazione drammatica. E anche in conferenza stampa, qualche giorno fa, lo ha fatto capire, rispondendo alla domanda quali corde vanno toccate per far rendere l'islandese: «Non devo capirlo io, ma deve essere lui a capire me e anche velocemente. Lui, come Fagioli, sono giocatori di qualità, ma devono dimostrarlo e cambiare mentalità. È ' un giocatore importante, in cui crediamo molto, ma devono capire di giocare per il compagno». E già a Genova sono arrivati segnali di un chiaro risveglio da parte di Gudmundsson: pienamente dentro la manovra, con flussi di gioco e un passo importante. L'intesa con Piccoli sembrerebbe funzionare, forse più di quella con Kean. Ma Vanoli difficilmente potrà fare a meno del bomber della nazionale italiana. Toccherà a lui studiare le alchimie migliori per farli rendere tutti al meglio. Il tecnico chiede mentalità, compattezza e tanta umiltà. Sono queste tre le parole chiavi su cui si baseranno i giocatori, per i quali non ha fatto nessun tipo di sconto: gioca chi porta i risultati. Vanoli vuole una squadra operaia, pronta a sacrificarsi e a lavorare in silenzio. Chissà che non possa essere questa la ricetta vincente per risollevare la Fiorentina dall'oblio in cui si è messa. I viola hanno disperatamente bisogno del vero Gudmundsson, quello versione Nazionale. Firenze lo attende con ansia.
