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Calcio: Serie A

Se la Viola è fondata su Kean: la caccia all’Europa va calibrata su “re” Moise


	L'attaccante della Fiorentina
L'attaccante della Fiorentina

La batosta col Como ha evidenziato quanto pesi il centravanti negli equilibri del team di mister Palladino

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FIRENZE. Ora c’è da sperare che torni a ballare, che il trapper dell’area di rigore risollevi il corso di una stagione che proprio lui, a suon di gol, aveva riacciuffato per i capelli e rimesso su un binario di sogni e ambizioni. Insomma, qui aspettano tutti che Kean torni a fare il guerriero. L’assenza di Moise con il Como non solo si è sentita per l’assenza di vere occasioni, di reti, ma anche per la mutazione di sistema di gioco a cui è stata costretta la viola.

Proiettata in avanti con esterni, Zaniolo falso nueve e l’esperimento (non riuscito) di Fagioli come trequartista, ma non pesante, non incisiva. Il centrocampista ex Juve, almeno nella fase iniziale, è stato impiegato talmente proiettato verso l’area di rigore da apparire a tratti una seconda punta. Un errore che ha ammesso perfino Palladino. «Fagioli l’ho utilizzato sotto punta perché Albert veniva da una settimana un po’ di febbre ed era debilitato; è stata una cosa un po’ forzata però in settimana avevamo avuto buone risposte. Nel secondo tempo, abbassandolo sulla linea dei centrocampisti, l’ho rimesso nel ruolo naturale e sicuramente ha fatto meglio rispetto al primo tempo».

Insomma, non puoi snaturare un playmaker. Palladino probabilmente sceglierà soluzioni diverse anche per questo, a meno che non vi sia costretto. Perché dagli spogliatoi viola arriva la notizia di un possibile nuovo stop per Gudmundsson. L’islandese potrebbe non essere in campo domenica a Verona, ha rimediato una botta all’osso sacro e al momento sarebbe ancora dolorante. È chiaro che se dovesse restare ai box Palladino potrebbe essere costretto a soluzioni di emergenza. A maggio ragione il ritorno di Kean sarà decisivo. Il centravanti è a quota 15 reti in campionato e vuole provare ad agganciare il suo (quasi unico) sfidante, Retegui, che lo insidia anche nella conquista di un posto da titolare in Nazionale. I due sono ormai gli osservati speciali di Spalletti, ma la punta dell’Atalanta è riuscito a balzare a quota venti marcature grazie all’ultimo poker sferrato proprio al Verona che la Fiorentina affronterà domenica.

Ciò che Palladino spera di recuperare di Kean è proprio la sua capacità di dare profondità alla squadra, non solo con le spalle alla porta, ma anche grazie alle sue incredibili progressioni. Moise potrebbe offrire a Fagioli la possibilità di sfoderare alcuni dei migliori guizzi dell’ex bianconero negli assist, e proprio per la lunga esperienza insieme c’è un’intesa fra i due che aspetta solo di essere riattivata. La sconfitta col Como ha decretato un nuovo stop nella corsa all’Europa, si allontana la Champions e torna in bilico l’Europa League, ed evidenzia come la caccia all’Europa vada fondata sulla forza di Moise. Anche Zaniolo può dare di più e meglio partendo dalla fascia, perfino a Kean. Il tentativo di schierarlo da falso nueve ha funzionato per i primi minuti, poi il Como ha preso Campo è lui è finito in un cono d’ombra. «Questa settimana - ha precisato Palladino nel post gara - abbiamo provato varie soluzioni offensive, ma abbiamo avuto solo tre giorni, avendo giocato lunedì. Oggi il ruolo di riferimento dell’attacco è toccato a Zaniolo: sappiamo che può occupare la posizione però non abbiamo avuto il tempo per lavorarci», ha detto il tecnico a fine gara.

Palladino, appunto. Verona sarà un test anche per lui. Daniele Pradè gli ha inviato uno dei suoi messaggi neanche troppo cifrati: «Speriamo sia stato solo un incidente di percorso – ha detto il direttore sportivo viola – il mercato che abbiamo fatto conferma le nostre ambizioni. Non vogliamo un campionato anonimo». Anche il mister spera che torni Kean il guerriero.

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