Palladino scopre una Fiorentina B: le “riserve” sono state all’altezza
Dal confronto col San Gallo sono arrivate ottime conferme per il tecnico viola
FIRENZE. Vale tanto si diceva alla vigilia di San Gallo-Fiorentina, anche oltre i tre punti canonici messi in palio. Perché arrivava in cerca di riprove dopo il 6-0 di Lecce di appena quattro giorni prima, perché non ci sarebbero stati Gudmundsson e Kean che proprio in Salento si sono infortunati e perché si sapeva che Palladino avrebbe affrontato l’impegno di Conference League dando ampio sfogo al turnover. E questo implicitamente significava vedere all’opera una squadra completamente diversa o quasi da quella che aveva vinto a Lecce allungando la striscia positiva a dieci punti nelle ultime quattro partite di campionato. Con tutti i “rischi” del caso. Così è stato e la gara di San Gallo non solo ha avuto un valore preciso di segno positivo, ma ha soprattutto dato le risposte che Palladino auspicava e che lo stesso tecnico campano ha definito conferme per aumentarle il peso specifico. Conferme che la Fiorentina-B, delle seconde linee, dei calciatori che da fine settembre in avanti hanno lasciato spazio a quelli che si possono etichettare come titolari, ha una propria identità, ha caratteristiche ben delineate, ha un grado di affidabilità che adesso consente all’allenatore ex Monza di poter pescare in profondità dentro l’organico a sua disposizione senza abbassare troppo il livello di competitività. Certo, la Fiorentina-B non è la stessa cosa della Fiorentina-A e non potrebbe nemmeno esserlo, altrimenti le scelte del tecnico viola che affondano le radici nella campagna acquisti non sarebbero tali, però la reazione in Svizzera fa ben sperare dopo un primo tempo in cui fondamentalmente la squadra ha pagato l’approccio molle, gli errori in fase difensiva, l’approssimazione in quella di costruzione. Le correzioni e gli aggiustamenti nell’intervallo, la reiterata (importante) fiducia agli stessi che avevano cominciato la partita tranne l’infortunato Moreno sostituito da Comuzzo (che erano ben nove differenti rispetto a Lecce, con i soli Bove e Adli dall’1’ da una trasferta all’altra), hanno prodotto gli effetti immaginati e dallo spogliatoio è uscita un’altra Fiorentina-B. In cui Sottil ha continuato a mettersi in mostra così come aveva fatto nei quarantacinque minuti iniziali, Ikoné ha finalmente dimostrato di sapere coniugare estro che si sapeva ce l’ha e concretezza che si sapeva gli fa spesso difetto, Kouame non ha fatto rimpiangere Kean a modo suo con il solito impegno e la solita abnegazione anche se gli tolgono qualcosa nella lucidità al momento del tiro, Kayode e Richardson hanno fatto vedere le qualità che tutti gli riconoscono che non sono certo da “riserve”, Martinez Quarta ha riscattato l’errore sul vantaggio del San Gallo segnando l’1-1 che ha cambiato il volto della gara e, in cui, nell’insieme la formazione viola ha dimostrato di essere superiore al San Gallo. Cosa tutt’altro che scontata e i precedenti non solo della Fiorentina in Europa sono lì a ricordalo a chi s’affretta in valutazioni superficiali, che qualche dubbio se la portava dietro specie dopo le incertezze sopra ricordate del primo tempo, e che invece alla fine ha consegnato tutto quello che Palladino si aspettava gli consegnasse la trasferta elvetica: i tre punti per indirizzare già la classifica di Conference League e le risposte che il tecnico di Mugnano andava cercando per aggiungere un altro mattone al castello delle certezze.