Kayode, il suo salto è già nel futuro: «Sogno l’azzurro e anche un trofeo»
Il terzino è corteggiato da tanti top club, ma l’unico pensiero è la Fiorentina
FIRENZE. «Voglio un trofeo con la Fiorentina e sogno la Nazionale». Il primo gol in Serie A, gli occhi addosso (così dicono) di Milan e Inter, Arsenal e Manchester City, e chi più ne ha più ne metta, ma Michael “Mike” Kayode con i propri di occhi vede due colori e basta, il secondo legato al primo: viola e azzurro. Potere di un lunedì da leoni che va a inserirsi in sei mesi esaltanti, dal giorno del debutto a Marassi contro il Genoa, alla prima di campionato, fino alla rete che ha permesso alla Fiorentina di cominciare la rimonta contro la Lazio.
Nel mezzo ci sono stati tanti momenti di gioia e qualche momento un po’ più “faticosi”, com’è naturale che sia in un percorso di crescita per un giovanissimo di vent’anni (li farà a luglio) , eppure la giovane rivelazione non si è piegato di fronte a niente. Nessun volo pindarico verso l’alto e nemmeno calate in picchiata, solo estremo equilibrio. Ma che il mondo dell’esterno viola si sia rovesciato ad agosto non ci sono dubbi. «Sinceramente – ha detto Kayode a Radio Sportiva – penso tantissimo a quest’ultimo anno, che è stato bellissimo e nemmeno io la scorsa in estate me l’aspettavo. Sono felicissimo e tutto ciò è cominciato durante la pausa dei Mondiali, quando Italiano mi ha inserito nel gruppo squadra per insegnarmi il suo gioco, la sua tattica, i movimenti del mio ruolo e poi, mi ha fatto esordire da titolare a Genova alla prima giornata del campionato attuale: cosa del tutto inattesa. Con lui mi trovo benissimo e gli devo tutto». A Vincenzo Italiano e all’esperienza in Serie D appena sedicenne, a Gozzano. «Vero. Voglio ringraziare Antonio Soda che era il mio allenatore a Gozzano e i compagni di allora, più grandi di me di dieci e anche quindici anni, che mi hanno indicato la vita che avrei potuto affrontare. Loro e quell’esperienza sono stati fondamentali. E vorrei aggiungere Dodo che per me è un fratello: fin da quando ho iniziato ad allearmi in prima squadra mi ha dato consigli, mi ha dato una mano a crescere. Con lui ho un rapporto fantastico».
Kayode ha imparato in fretta e di suo va avanti con passi da gigante, come quello contro la Lazio: il primo gol in Serie A è per sempre nella carriera di un calciatore. «Non l’avevo mai veramente immaginato e alla fine è arrivato questo gol, anche in un momento particolare per ricominciare a mettere in piedi una partita contro la Lazio che sembrava stregata, ma ero convinto che l’avremmo vinta per il modo in cui stavamo giocando. Obiettivo? Ci attende un autentico tour de force tra campionato, Conference League e Coppa Italia, per cui pensiamo a un avversario alla volta e poi a maggio-giugno tireremo le somme». Prima e dopo quel periodo sono appesi i due sogni che trasformerebbero in automatico questo primo anno tra i “grandi”, che ha già portato in dote venticinque partite tra Serie A (17), Conference League (5), Coppa Italia (2) e Supercoppa (1), in un anno subito eccezionale. E siccome i sogni sono come desideri, Mike Kayode li ha chiesti al 2024 quando ha fatto l’ingresso sulla scena per sostituire un 2023 già indimenticabile.
«Sarebbe bellissimo – ha concluso – conquistare un trofeo a Firenze ed è la cosa che voglio più di tutte e poi un altro sogno sarebbe essere convocato in Nazionale. Ma ora mi concentro solo sulla prossima partita che arriva, perché è fondamentale fare bene con la maglia viola per sperare in quella azzurra: è già comunque bello essere in competizione per poter guadagnare un posto nel gruppo di Spalletti. Andare all’Europeo in Germania è un sogno».
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