Beltran Il “nueve” che ha stregato la Fiorentina in una notte magica
L’argentino scombina le gerarchie di Italiano
FIRENZE. Se è come dice Vincenzo Italiano, la Fiorentina potrebbe aver risolto un problema: Lucas Beltran farà di tutto per dare ragione al proprio allenatore. «Si sta allenando bene, fa le cose giuste, e il discorso vale anche per Nzola, quindi sapevo che era solo questione di tempo perché si sbloccasse», ha dichiarato il tecnico viola con riferimento all’argentino dopo la doppietta (e una traversa ad impedirgli la tripletta per questione di centimetri) segnata contro il Cukaricki.
E se lo sentiva davvero, avendo pronunciato più o meno le stesse parole anche il giorno prima nella conferenza stampa di presentazione della sfida con i serbi: detto, fatto. Vittoria larga per sistemare la differenza reti che può essere determinante nella qualificazione (tre squadre a pari merito a cinque punti dopo tre giornate), porta di Terracciano inviolata, prima rete in viola per Maxime Lopez, tanti giovani dentro e anche se alcuni per necessità contingente va bene così: comunque, il pezzo forte della serata è stato Beltran.
Ci voleva. A lui, alla squadra che veniva dal rovescio casalingo contro l’Empoli, a Italiano per acquisire nuove certezze, ai tifosi viola che sarà per la provenienza, sarà per il numero che porta sulla schiena, sarà per le due cose combinate, hanno avuto subito un occhio di riguardo e sentimenti speciali per l’attaccante ex River Plate. Il quale, mai va dimenticato, ha soltanto 22 anni, viene da un altro mondo e da un altro calcio, e in più si porta dietro il fardello dei tanti milioni (quasi venticinque bonus compresi) che la Fiorentina ha pagato per portarlo via dai “Milionarios” di Buenos Aires. Ci sta che tutto ciò abbia pesato e forse peserà ancora un po’ nella sua affermazione, cosa di cui sono tutti convinti conoscendone e apprezzandone le qualità tecniche (vedere il secondo gol ai serbi) e non di meno quelle caratteriali? Ci sta.
Meglio: è sicuro. E a confermarlo è stato il diretto interessato, laddove vanno lette e non interpretate le frasi sempre nel dopo-Cukaricki, in cui da un lato Beltran esprimeva piena soddisfazione per essersi sbloccato accomunando Firenze e la gente viola nella sua felicità per l’accoglienza e il trattamento ricevuti, ma dall’altro non ha mancato di sottolineare giustamente la necessità di dover ancora abituarsi a un calcio diverso, più tattico e più fisico. Tutto sacrosanto: ecco perché l’argentino aveva bisogno di un po’ di tempo, ma la doppietta è arrivata al momento giusto.
«Ora concentriamoci sulla Lazio: a Roma proveremo a riprenderci ciò che l’Empoli ci ha tolto, perché noi non siamo la squadra di lunedì scorso». Ecco, sulla mentalità nessun dubbio fin dal giorno del suo arrivo: garantiva e garantisce Burdisso, argentino come lui. La Lazio, diceva Beltran: dopodomani, all’Olimpico, in quello specchio riflesso della vita che è anche il pallone dove ogni partita è un esame, per i singoli e per il collettivo.
L’attaccante sudamericano non sa se giocherà dall’inizio, non sa se i due gol al Cukaricki gli possono bastare per sovvertire le gerarchie nel ruolo di centravanti che erano e rimangono a favore di Nzola fino a prova contraria, non lo sa lui e non lo sanno i compagni che Fiorentina ci sarà a Roma, ma sa di certo una cosa: deve prepararsi bene, benissimo, al meglio, come gli è stato riconosciuto di aver fatto in questi tre mesi di mondo viola, sapendo ancora di più che la doppietta di Conference è solo un punto di partenza: nel calcio, e non solo, va in questa maniera.
A proposito di “esami”: sospiro di sollievo generale dopo quelli a carico di “Mike” Kayode e attesi con ansia per l’infortunio patito dall’esterno nei minuti iniziali della partita contro il Cukaricki. «Fiorentina comunica che il calciatore Michael Kayode è stato sottoposto ad accertamenti diagnostici che hanno evidenziato una distorsione di medio grado in assenza di lesioni ossee e ligamentose significative. Il calciatore ha già iniziato il percorso riabilitativo e verrà rivalutato nel corso dei prossimi giorni». Una manciata di minuti prima delle 19 di ieri il comunicato pubblicato dal club viola sul proprio sito ha allontanato lo spettro che si era materializzato un secondo dopo la dura entrata di Tosic nell’intervento a forbice da dietro: la gamba sinistra era rimasta sotto il peso del difensore serbo e la caviglia si è piegata girandosi innaturalmente. Dolore, grida, ma a preoccupare erano state soprattutto le lacrime del ragazzo mentre usciva dal campo. Fino a ieri, fino alla visita: il danno e il problema rimangono, anche per Italiano e la Fiorentina che sulle fasce sono sempre più “corti”, ma almeno per fortuna non sono interessati i legamenti. Il rientro del difensore classe 2004? Se il recupero è super, dopo la Juventus, altrimenti dopo la sosta. Viste le premesse può andare bene così.