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Jack-pot viola, Inter al tappeto

di Francesca Bandinelli
L’esultanza di Giacomo Bonaventura
L’esultanza di Giacomo Bonaventura

La Fiorentina sbanca San Siro e centra l’ottava vittoria di fila. Nerazzurri in serie nera. L’ex milanista Bonaventura di testa segna il gol partita, Lukaku invece sbaglia tutto

02 aprile 2023
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Tutto in una sera. Dopo quasi otto anni la Fiorentina “sbanca” San Siro, Vincenzo Italiano trova la sua prima vittoria in carriera con l’Inter e brinda così al successo in trasferta contro una big, in uno stadio che, fin qui, pareva quasi stregato.

L’aprile di fuoco della squadra toscana non poteva cominciare in maniera migliore, con l’ottava vittoria stagionale consecutiva di questo 2023 che si sta vestendo ormai di un solo colore, il viola. A calare il jolly, ci pensa Jack Bonaventura, l’ex rossonero che fa piangere così la Milano nerazzurra, costringendo l’Inter al terzo ko di fila, dopo quelli contro Spezia e Juventus. Basta il suo colpo di testa, risposta perfetta e tempestiva alla “smanacciata” di Onana su conclusione di Cabral, a mettere al tappeto la formazione di Inzaghi, evanescente soprattutto nell’ultimo passaggio. Adesso, al di là della stanchezza, anche l’andata della semifinale di Coppa Italia, in programma mercoledì sera allo Zini di Cremona, può essere preparata surfando sulle ali dell’entusiasmo.

Dagli Usa, puntuale, è arrivato anche il messaggio di congratulazioni del presidente Rocco Commisso che ha avuto parole di complimenti per tutti, dal gruppo all’allenatore senza dimenticare i tifosi arrivati fino a Milano, congratulandosi personalmente anche col match winner, l’inesauribile Bonaventura, capace di farsi trovare sempre al posto giusto, anche in fase difensiva.

La Fiorentina non ha sbagliato niente, a cominciare dall’approccio. Ha spinto fin da subito, provandoci prima con Ikoné - il pallone messo in mezzo da Saponara, gli è schizzato davanti velocissimo, non permettendogli la conclusione al volo - e poi con Castrovilli, pericoloso in almeno un paio di occasioni. Non ha perso mai di lucidità: non lo ha fatto quando Dumfries, dalla sua parte, ha cominciato a spingere, mandando in avanti Lukaku - il gol sbagliato dal belga al 4’ della ripresa è forse il manifesto delle difficoltà accusate dal centravanti nerazzurro, a secco in campionato dallo scorso 10 marzo -, né quando Barella, da una respinta della barriera viola ha visto il pallone schiantarsi sul palo alla destra di Terracciano. Ha tenuto bene il terreno del gioco, cercando di sfruttare le ripartenze, mostrando anche quella capacità camaleontica necessaria ad una grande squadra che deve cambiare fisionomia tattica in corso d’opera (specie col passaggio al 3-5-2). Sì, perché poco dopo la mezz’ora della ripresa, Inzaghi ha schierato l’artiglieria pesante, mettendo insieme Dzeko (l’ultimo ad entrare in ordine di tempo), Lautaro e, appunto, Lukaku, apparso disastroso in più fragenti. Le parole di Bastoni, intercettate a bordo campo, intento a fare l’elenco delle occasioni mancate dai suoi compagni, sono la sintesi perfetta della serata di San Siro.

Di contro, la Fiorentina ha fatto di tutto pure per chiuderla il prima possibile: ci ha provato con Castrovilli e, quasi su gong, pure con Cabral, col brasiliano attento, impegnato in una gara di sacrificio pur di portare a casa il bottino pieno. Non c’è tempo di cullarsi sugli allori: questa Fiorentina, che in avvio di stagione si è ritrovata inspiegabilmente a viaggiare sull’ottovolante del rendimento e che solo due mesi fa pareva ad un passo dalle sabbie mobili della classifica, non vuole più fermarsi. La nona sinfonia deve essere calata mercoledì, ipotecando la conquista della finale di Coppa Italia. Firenze freme, non vuole smettere di sognare: non c’è tempo da perdere.

 

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