In aula
Saponara, maestro geniale: «Trovata l’alchimia giusta»
In attacco c’è Cabral, tra i pali torna invece Terracciano
FIRENZE. Toccherà a lui, anche a lui, ma è chiaro che da uno dell’esperienza e delle qualità di Riccardo Saponara ci si aspetta qualcosa di più in una partita dove il risultato non è tanto. È tutto. Mica per caricarlo di responsabilità o compiti che vanno divisi in parti eque: è il tipo di impegno a richiedere primattori e spalle. "Ricky" per natura lo è, sebbene carattere e attitudini comportamentali lo facciano stare un passo indietro. Quando le parole lasciano spazio al campo, gli abiti che indossa sono quelli del protagonista.
E stavolta sa che "deve" essere così. «Metto questo ritorno contro il Sivasspor - ha detto Saponara ieri in conferenza stampa - accanto alla semifinale di Coppa Italia contro la Cremonese che arriverà a breve. Insieme, rappresentano due tra gli appuntamenti più importanti dell’intera mia carriera». E così, se ci fossero ancora dubbi, su che cosa significa Sivasspor-Fiorentina, sono stati eliminati subito alla radice. Il tridente atteso nelle previsioni è quello composto da Ikoné, Cabral e Gonzalez, ma è certo che Italiano uno spazio a Saponara lo troverà a prescindere. «E io, in fatto di appuntamenti importanti, spero che questo sia solo l’inizio per il nostro allenatore». Grande apertura di credito e di stima nei confronti di Italiano, grande fiducia nei confronti della squadra per l’obiettivo che si chiama quarti di finale di Conference League.
«Abbiamo sempre dimostrato la nostra identità dall’inizio della stagione quando abbiamo modificato qualcosa, così come facciamo ogni anno, e i calciatori nuovi non erano in sintonia con i nostri ritmi di gioco. Poi, ci siamo conosciuti meglio a livello calcistico, siamo andati oltre gli errori che erano dovuti a intoppi occasionali e non a mancanza di idee, e a quel punto è scattata l’alchimia giusta. Adesso non posso che augurarmi di proseguire questa crescita fino al termine della stagione stessa». Al resto ci penserà Saponara, magari con uno di suoi gol d’autore, ché brutti non sembra capace di segnarli. «Belli o brutti, i gol sono tutti importanti e spero di realizzarne ancora». Italiano ci conta ed è stato molto chiaro nel sottolineare la necessità inderogabile di avere il massimo apporto da parte di tutti, nessuno escluso, per portare a casa il passaggio del turno e trovare domani il nome della Fiorentina nell’urna di Nyon tra le magnifiche otto che si contenderanno il trofeo in palio nella finalissima di Praga. Un percorso, questo, cominciato lo scorso agosto.
Adesso c’è il crocevia di Sivas che la squadra viola affronta senza lo squalificato Biraghi, l’infortunato Terzic e con Jovic che ha dovuto prolungare di un altro giorno la sua permanenza in Spagna per risolvere problemi personali burocratici «non rimandabili»: sbarcando solo oggi in Turchia, non potrà fare altro che accomodarsi in panchina. Infine, la rifinitura di ieri ha permesso al tecnico siciliano di risolvere gli ultimi dubbi per mettere insieme l’undici di partenza. Che, al netto di "ripensamenti" su consiglio notturno, ci si aspetta sia questo: Terracciano tra i pali, linea difensiva composta da Dodô, Quarta, Igor e Ranieri, Amrabat-Mandragora coppia di metà campo, il tridente con Bonaventura elemento di raccordo tra esterni e centravanti. C’è da continuare a vincere: e la Fiorentina lo sa benissimo.
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