Il Tirreno

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Commisso: «Vendere? Macché. Resto e rilancio. Ho investito tutto nella Fiorentina»

di Francesco Gensini
Commisso con Italiano
Commisso con Italiano

Il patron della Fiorentina parla e attacca: «Vlahovic credevamo fosse onesto»

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FIRENZE. Torna a parlare Rocco Commisso e stavolta lo fa a Sportitalia in collegamento da Firenze negli studi di Italia7. Tanti gli argomenti affrontati, in chiave tecnica ed economica. «I miei soldi li ho messi nella Fiorentina. Tutto ho messo nella Fiorentina». Parte così, Commisso, e poi si addentra nei particolari. «Vorremmo avere più punti, ma Italiano sta lavorando e lo incoraggio ogni giorno, lui e la squadra, e mai li critico. Abbiamo cominciato bene, poi ci siamo un po’ fermati: abbiamo tre punti in meno rispetto all’anno passato e ci sono state molto critiche nei confronti di allenatore e giocatori che non posso accettare. Detto questo, non mi piacciono i tanti passaggi all’indietro, non mi piace il 70-75% di possesso palla e poi perdiamo, mentre contro il Verona è stato 40% e abbiamo vinto. Ho fiducia nella squadra». Una “carezza” a Kouame e Amrabat. «A Barone ho detto di tenere Kouame e così è stato – continua Commisso –. Amrabat è un ragazzo delizioso, con lui ho un ottimo rapporto. Sa che l’ho voluto e sa che mi deve accontentare giocando bene. Jovic e Cabral? Faticano a fare gol, ma sono sicuro che presto si sveglieranno». Lo sguardo, poi, lo sposta su Juve, Inter e Milan. «La Juventus ha perso 550 milioni negli ultimi tre anni, il Milan 550 con mister Li, l’Inter 445 – aggiunge –. La Fiorentina ha fatto un utile di 16 milioni in questi tre anni. Io non faccio buchi in bilancio. Nessuno ha messo i soldi che ho messo io: Pontello, Cecchi Gori e Della Valle hanno speso cento milioni in 40 anni». E su Vlahovic. «I 75 milioni del costo del cartellino di Vlahovic li ho investiti nei nuovi acquisti da Ikoné in avanti. I soldi di Chiesa e Vlahovic non li ho presi tutti e così ho dovuto mettere 115 milioni di tasca mia. Vlahovic credevamo fos- se onesto. A Moena ci diceva rimango alla Fiorentina. Sono venuto a Firenze che ero malato, ma mi ha chiesto un contratto da otto milioni. Riprenderlo? No. Anzi, sì, ma solo per dieci milioni come ha fatto l’Inter con Lukaku». Sotto con il Viola Park. «I costi sono aumentati in maniera incredibile e quando sono tornato in Italia le cose non andavano bene con tanti ritardi. Vendo la Fiorentina finito il Viola Park? No – evidenzia Commisso –. L’intenzione è di tenerla e aiutarla a fare meglio. Siamo arrivati al settimo posto e vogliamo arrivare più in alto: dove non si sa, ma quest’anno è quello l’obiettivo». E sotto con lo stadio. «Voglio sapere dove giocherà la Fiorentina, quanto costerà l’affitto, quando i lavori cominciano e finiscono, chi avrà il controllo. Senza controllo Com- misso non mette un centesimo. Farlo io? Non posso fare un altro investimento da 400 milioni con 80 milioni di ricavi». Quasi in chiusura. «Mi hanno offeso in tutte le maniere, dandomi del mafioso e nessuno mi ha difeso. Io se perdo 500 milioni non mi succede niente, ma se mi arrabbio vedete che accade». Infine, d’un fiato. «Il razzismo non mi piace e servono provvedimenti, però Spalletti non solo non è stato punito dopo aver fatto quello che ha fatto qui a Firenze, ma sono stato punito io perché qualcuno nello stadio ha fatto lo stupido. Ma i fiorentini non sono razzisti». Poi la “provocazione”. «Certi tifosi mi vogliono mandare a casa – conclude il presidente –. Posso cedere la Fiorentina a un fiorentino doc, preparatevi, avete sette giorni, io farei come Elliott con RedBird. Ma io i tifosi li ringrazio. La stragrande maggioranza di loro è con la Fiorentina». 

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