Il Tirreno

Firenze

Così in campo per l’Europa

Francesco Gensini
Così in campo per l’Europa

Per ogni ruolo degli undici schierati c’è un alter-ego del titolare in pectore Il gioco delle coppie si esalta in attacco: il reparto decisivo per la Conference

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FIRENZE. Missione Europa. Perché sì, ci sono ben quattro turni di campionato in questo agosto forse irripetibile che sta per cominciare, ma l’appuntamento vero è rappresentato dai playoff che consentono (o no) l’ingresso in Conference League. E la Fiorentina, protagonista di un mese di mercato incisivo e mirato, se li va a giocare così: Terracciano in porta; Dodô e Biraghi esterni di una difesa completata al centro da Milenkovic e Igor; Amrabat a dirigere il gioco col supporto di Bonaventura e Duncan; Gonzalez e Ikoné frecce sulle fasce per innescare Jovic. Così è se pare a Vincenzo Italiano, ovviamente, ma l’attivismo sul mercato di cui sopra ha prodotto un altro risultato, oltre ai quattro acquisti portati a Firenze con un anticipo sui tempi che racconta la voglia di fare della società viola: per ogni ruolo degli undici in campo c’è un alter-ego del titolare in pectore per caratteristiche e affidabilità, con una scala di valori che sarà di riferimento per individuare e inserire altri ritocchi da qui al gong (delle trattative). Ma con due squadre già allestite, la Fiorentina è pronta: missione Europa al via. Si parte dai pali della porta viola, chiaramente. Terracciano gode dei favori che gli provengono dall’essere stato il numero uno lo scorso anno, ma Gollini sa scalare le posizioni tipo grimpeur nelle tappe di montagna al Tour, quindi nessuna meraviglia se l’ordine s’inverte: la garanzia è comunque massima e non a caso la Fiorentina è andata a prendere un portiere che tra ninnoli e nannoli può arrivare a costare nove milioni.

Cifra raddoppiata per la corsia destra della difesa, oggetto dell’investimento più importante e più oneroso di quest’estate: ce ne sono voluti diciotto (14, 5 di parte fissa +3,5 di bonus assortiti) per farsi dare Dodô dallo Shakhtar Donetsk, ma col 23enne brasiliano il club viola “rischia” di essersi assicurato un Cafù 2.0. Dall’altra parte (del campo) c’è Biraghi e basta la parola, cioè capitano, nel mezzo Milenkovic e Igor che è coppia tra le più sottovalutate considerando che il serbo è nel mirino dell’Inter per il dopo Skriniar (se e quando) e che per il brasiliano sono stati appena rifiutati una quindicina di milioni dal Rennes. E Martinez Quarta (Nazionale argentino) ancora come “riserva” è tutto dire. Volto nuovo anche a centrocampo (il restyling ha riguardato tutti i reparti senza distinzioni) : via Torreira, dentro Mandragora. Ma soprattutto nuovo concetto di regista con Amrabat al posto dell’uruguaiano, due che più differenti non si può per fare la stessa cosa. Non a caso l’alternativa al marocchino è appunto l’ex Toro che gli somiglia per struttura, modo di stare in campo, qualità: Italiano vuole dominare fisicamente, non solo nel gioco. Grazie anche gli interni sempre in attesa del rientro di Castrovilli previsto dopo la sosta del campionato: Bonaventura e Duncan sono in vantaggio su Maleh, mentre la conferma di Zurkowski è legata alle valutazioni che Italiano farà in Austria. Infine, l’attacco. Qui il gioco delle coppie si esalta: Ikoné e Sottil da una parte, Gonzalez e Saponara dall’altra sugli esterni; Jovic e Cabral nel ruolo di riferimento offensivo. Là davanti c’è molto, forse tutto, per far male alle avversarie e Italiano stavolta non concederà sconti a chicchessia. A proposito di precedenze: Jovic e poi Cabral, a sensazione, per il valore dell’ex Real Madrid, ma il brasiliano è super motivato. E comunque, sarà un tridente (anzi, saranno due nel tetris delle combinazioni) capace di entusiasmare i tifosi viola.
 

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