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La denuncia

Convitto della Calza, blitz del comitato “Salviamo Firenze”: un video dimostra che è un hotel – Il Comune avvia le verifiche

di Mario Neri

	A sx Torelli che mostra i turisti uscire con i trolley dalla Calza, a dX una delle foto del resort pubblicate su Booking.com
A sx Torelli che mostra i turisti uscire con i trolley dalla Calza, a dX una delle foto del resort pubblicate su Booking.com

La struttura è ufficialmente una “Spa con foresteria” ma nelle immagini si vedono dei clienti che trascinano trolley fuori dall’ingresso, come in qualsiasi albergo. Il portavoce del comitato, Massimo Torelli: «Ecco le prove». La risposta di Palazzo Vecchio

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FIRENZE. A Firenze c’è un edificio che ogni volta cambia identità come in una commedia degli equivoci. L’ex Convitto della Calza, ufficialmente “Spa con foresteria”, ufficiosamente “hotel che non vuole dirsi hotel”, è di nuovo al centro della scena.

Il blitz del comitato

A riaccendere i riflettori è stato il comitato Salviamo Firenze, che ha fatto irruzione nella vicenda con un piccolo blitz di cittadinanza attiva: un video, una stampa di prenotazione, una pagina web. Tre prove, dice il portavoce Massimo Torelli, «tra il comico e l’inadeguatezza massima». E aggiunge, con la ferocia leggera di un cabarettista: «Visto che l’assessora Biti ha detto che servono prove, eccole. Oltre al sito web che non lascia adito a dubbi, segnaliamo che non è molto difficile reperirle». Torelli agevola pure il link. Le immagini diffuse ieri mostrano clienti trascinando trolley fuori dall’ingresso, come in qualsiasi albergo del pianeta e non certo come ospiti di una foresteria “funzionale alla spa”, come impone la destinazione d’uso. A questo si aggiunge la stampa consegnata dalla reception: tre notti dal 24 al 27 dicembre, camera classic, colazione inclusa, tariffa scontata. Linguaggio, grafica e modalità che ricordano la hall di un quattro stelle più che l’ascetismo di un centro benessere. E poi la pagina di prenotazione, ancora attiva, che continua a offrire camere, pacchetti e cancellazione gratuita: un menù ricettivo completo, solo senza il permesso comunale.

La replica di Palazzo Vecchio

Dopo la diffusione del materiale, è arrivata la replica di Palazzo Vecchio. L’assessora Caterina Biti spiega che l’ordinanza di sospensione dei lavori, emessa a fine ottobre, è stata revocata perché era coincidente con la comunicazione di fine lavori da parte della proprietà. Insomma, inutile bloccare qualcosa che, secondo carte e timbri, è già formalmente concluso. «La vicenda dell’ordinanza è degna di Groucho Marx, una performance teatrale assoluta. L’animo comico del governo di Firenze illumina una gestione davvero imbarazzante», punge ancora Torelli.

La revoca, precisa Biti, non significa resa. Anzi. «L’amministrazione ha attivato ogni tipo di controllo necessario alla verifica della regolarità delle attività svolte all’interno della struttura». Tradotto: Polizia Municipale, Urbanistica e Attività Economiche sono al lavoro, con approfondimenti ritenuti «necessari e già in corso» e «proseguiranno anche alla luce di ulteriori e necessari approfondimenti». È la parte più politica della vicenda, quella in cui il Comune cammina su un filo sottile: da un lato la volontà di frenare la deriva turistico-alberghiera del centro storico, dall’altro la difficoltà pratica di inseguire una struttura che si presenta come spa, agisce come hotel e intanto cerca zone grigie dentro cui mimetizzarsi.

Il comitato, dal canto suo, rilancia: «Non è difficile raccogliere nuove prove: basta prenotare, basta guardare». Ed è questo il nocciolo, l’assurdo marzulliano della storia. A Firenze si discute da anni su come contenere la pressione turistica, ma intanto un edificio prestigioso ai piedi di Porta Romana continua indisturbato a vendere camere come una struttura ricettiva. In attesa che gli uffici comunali chiudano la pratica, resta l’immagine del trolley trascinato sul marciapiede. Una di quelle cose che fanno dire, alla fiorentina, che qui è tutto chiaro anche quando non lo è per niente.

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