Campi Bisenzio, salvata la sede del call center Contacta: scongiurati 40 licenziamenti
Dopo il tavolo regionale con la Regione Toscana, Iris Mobili e i sindacati, la cooperativa Contacta ritira la chiusura della sede toscana. Previsti ammortizzatori sociali fino a 24 mesi e nuove opportunità di ricollocazione per le lavoratrici
CAMPI BISENZIO. Lunga seduta plenaria, ieri in Regione, dedicata al call center Contacta della sede di Campi Bisenzio, cooperativa che gestisce in regime di monocommittenzia i call center di Iris Mobili, società del gruppo Mondo Covenienza. Al centro dell’incontro la vicenda della cooperativa che aveva deciso la chiusura della sede toscana, a Campi appunto, per accorparla con altre sedi (in Lombardia e in Lazio) provocando di fatto la perdita di 40 posti di lavoro, nella stragrande maggioranza di donne.
Al tavolo regionale, investito della questione dalle organizzazioni sindacali, erano presenti Valerio Fabiani, consigliere speciale di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, il comune di Campi, l’azienda Iris Mobili e la cooperativa Contacta, Filcams Cgil.
Come spiega Fabiani il verbale d’intesa raggiunto, che dovrà ora tradursi nell’accordo vero e proprio, prevede che la sede di Campi non sia chiusa: “Il verbale tende a garantire la continuità produttiva scongiurando trasferimenti forzosi è licenziamenti, subentrerà un ammortizzatore sociale che potrà avere la durata massima di 24 mesi. Inoltre, l’azienda si è impegnata a redigere un piano industriale che comprenda questo cambio di decisione e che provi ad attrezzarsi per il rilancio complessivo della cooperativa”.
Ancora, nell’ottica di responsabilità sociale anche di filiera, è stato chiesto alla monocommittenza che fa capo a Mondo Convenienza di fare la propria parte, definendo una corsia preferenziale riservata per le lavoratrici di Campi per le future assunzioni di Iris Mobili: fin da subito saranno messe a disposizione 4 posizioni di lavoro, le altre verranno via via. Infine, aggiunge Fabiani, "l’azienda valuterà di supportare o accompagnare la ricollocazione delle lavoratrici presso altri luoghi di lavoro con una propria misura, analoga a quella già assunta dalla Regione, una dote che andrà alle aziende che assumeranno le lavoratrici del call center. Le lavoratrici che vorranno ricollocarsi altrove, insomma, avranno a disposizione una 'dote pubblica' e una 'dote privata' per i datori di lavoro che le assumano a tempo indeterminato". Fabiani era asisstito dalle strutture di Arti."