Firenze, due bimbi si pungono con un ago da prelievi nel giardino della scuola: scattano gli esami del sangue
Preoccupazione alla scuola elementare Carducci per due alunni di 8 anni. Portati al Meyer, sono stati dimessi ma per loro è scattato l’iter per capire se hanno contratto virus come Hiv o epatite. E intanto è scattata una denuncia contro ignoti
FIRENZE L’hanno trovato durante la ricreazione, nel giardino della scuola. E giocandoci si sono punti. E subito dopo son corsi dalla maestra che ha dato l’allarme. Un ago nei giardini della scuola Carducci in via Ugo Bassi a Campo di Marte sta facendo passare ore di apprensione ai genitori di due bambini di otto anni. I piccoli alunni di una seconda si sono punti e ieri, mercoledì 14 maggio, sono subito stati portati all’ospedale Meyer.
Per loro sono subito scattati i controlli. Da un esame esterno la puntura non ha causato quasi nessun danno, ma è partito l’iter per svolgere analisi ed esami che dovranno stabilire se abbiano contratto una malattia venerea come Hiv ed epatite B e C. Il periodo di latenza di questi virus è molto lungo e per capire se davvero i piccoli abbiano contratto una malattia si potrebbe dover attendere anche mesi, ripetendo gli esami più volte.
Tutti vademecum sanitari degli ospedali pediatrici, comprendendo le normali preoccupazioni dei genitori, sono però molto chiare: c’è una probabilità molto remota di contrarre una malattia da una puntura di un ago. Questi virus resistono nell’ambiente poche ore.
“Esprimiamo vicinanza ai due bambini coinvolti nell’episodio avvenuto nel giardino della Carducci e alle loro famiglie; appena la dirigente scolastica ci ha informati della situazione ci siamo recati alla scuola, stiamo seguendo la vicenda con il massimo dell’attenzione”. Con queste parole l’assessora all’Educazione Benedetta Albanese ha commentato l’episodio avvenuto nel giardino della scuola primaria Carducci, che ha coinvolto due allievi. “In queste ore la scuola sta sporgendo denuncia, seguiamo l’evolversi della situazione anche a seguito delle verifiche del caso. Il primo pensiero va ai bambini è alle famiglie, è in ogni caso importante fare massima chiarezza sull’episodio perché situazioni come questa non devono accadere”.