A Firenze tra trolley e carrelli ogni martedì spunta il mercatino del rubato. E niente lo può fermare
Alle Cascine ogni martedì va in scena il bazar sulle panchine
FIRENZE. Una panchina come banco, la merce messa dentro sacchetti di plastica o nei carrelli del supermercato. Scarpe, cappotti, coperte, vestiti di ogni genere, libri e oggettistica, il tutto stipato in borse, valigie e trolley. Un gruppo di circa quaranta persone, soprattutto uomini ma anche qualche donna che sistema e piega i vestiti da vendere, posteggia a pochi metri dalla fermata Olmi–Carlo Monni della linea 1 della tramvia. È martedì mattina, il polmone verde della città è gremito: sono molti i cittadini presenti al mercato rionale delle Cascine, che si tiene ogni secondo giorno della settimana.
Tra loro c’è chi fa la spesa, chi compra il pranzo e chi qualche vestito. A solo una strada di distanza, però, la clientela è diversa. Qua, si guardano le spalle, non parlano molto con i venditori, camminano veloci e non si soffermano ad osservare la merce. Sì, perché la maggior parte dei prodotti sono ancora stipati nelle borse e nei carrelli a causa della presenza di cinque agenti delle forze dell’ordine. Sono tre i poliziotti in borghese che sostano nello spiazzo all’inizio di viale degli Olmi vicino a loro, nel campo da basket, una ventina di venditori abusivi conversano, parlano al cellulare, fumano e aspettano che qualche cliente si avvicini per comprare. Sono incappucciati, alcuni hanno il volto coperto, tra loro c’è chi si muove in bicicletta con enormi borse legate sul porta pacchi, e ancora c’è chi attende, con la schiena appoggiata al tronco di un albero e la valigia blu piena di oggetti, di poter far vedere ciò che ha da offrire. Nessuno, però, ha voglia di esporre troppo la merce a causa della presenza degli agenti, ma le buste sono aperte in attesa di clienti interessati ai prodotti in vendita.
Pochi metri più avanti, nel viale alberato che costeggia il percorso tramviario, si distende una vera e propria zona di vendita. Un uomo dispone varie paia di scarpe sulla seduta della panchina, su un’altra invece si vendono libri usati ma c’è anche chi utilizza direttamente il carrello del supermercato come banco da cui fuoriescono scarpe e indumenti. Ci avviciniamo per chiedere i prezzi, ma proprio in quel momento, due agenti della Polizia Municipale in divisa passano per il quotidiano giro di controllo. Chi aveva i libri esposti li copre con un telo di plastica nero e il venditore di scarpe ripone lentamente i prodotti in alcune buste di stoffa e si allontana con passo lento ma deciso. I due agenti camminano davanti a loro, ma non sembrano notare alcun movimento diverso dal solito, per cui proseguono lungo il viale per poi spostarsi sul lungarno dove è in corso il mercato rionale, quello vero, regolare. Questo invece è un bazar parallelo, senza permessi.
Il passaggio dei vigili, però, oggi ha sfavorito gli affari. Molti dei mercanti in questione si sono allontanati, alcuni a piedi, altri in tramvia o in bicicletta. Lungo il percorso non mancano oggetti, presumibilmente lasciati di proposito per sfuggire agli agenti, abbandonati a terra o sulle panchine. Alcuni libri giacciono al suolo, a terra due calzini e su un ceppo d’albero troviamo delle componenti di una macchina fotografica di cui è rimasto solo il portaobiettivo e il mirino con la marca impressa sopra. Non mancano, poi, carrelli e buste lasciate di proposito vicino alle panchine o dietro i cespugli per occupare i posti migliori dove vendere la merce o per nasconderla. Tra i punti di vendita preferiti dai venditori abusivi c’è la fermata della tramvia Olmi–Monni, proprio per il grande afflusso di utenti. Alcuni cittadini faticano a scendere a causa dei carrelli del supermercato e di carrellini per la spesa, appartenenti ai venditori, che ingombrano la pedana. Eppure, si tratta di uno dei punti più ambiti proprio perché permette di avere un grande passaggio di persone ma consente, anche, di allontanarsi rapidamente dal parco delle Cascine utilizzando la tramvia.
Gli ambulanti del mercato “ufficiale” sono tutti a conoscenza del mercato parallelo che si svolge ad una sola strada di distanza rispetto a quello che si trova lungo il fiume. «Quel mercato, se così lo vogliamo chiamare, esiste da anni. Probabilmente ciò che vendono è rubato ai negozi o direttamente a noi. Un ambulante lo sa che deve mettere in conto almeno cento o centocinquanta euro di furti giornalieri, fa parte del nostro lavoro. Non dovrebbe essere così» dice un venditore che vuole restare anonimo mentre sistema alcuni capi di abbigliamento sul banco. All’interno del Parco delle Cascine, ogni martedì mattina, convivono due realtà ben distinte: ognuna con i propri ambulanti e i propri clienti.