Politica

Maggio Musicale, Giani bacchetta “Ninni” Cutaia: «Deve parlare poco e fare molto»

di Luca Gasperoni
Maggio Musicale, Giani bacchetta “Ninni” Cutaia: «Deve parlare poco e fare molto»

È scontro politico, il momento delle accuse incrociate

25 maggio 2023
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FIRENZE. Accuse incrociate, allusioni e un controcanto continuo tra istituzioni locali e governo trasformano la vicenda del Maggio musicale fiorentino in un terreno di scontro tutto politico. E così, a poche ore dal grido d’allarme sugli 8,5 milioni di euro mancanti lanciato dal commissario straordinario Onofrio “Ninni” Cutaia, scatta la caccia ai colpevoli per il dissesto finanziario dell’ente lirico-sinfonico. Una ricerca delle responsabilità a monte della crisi, oltre quindi il ruolo dell’ex sovrintendente Pereira, imposta senza mezzi termini dal ministero della Cultura che innesca subito uno scenario da “tutti contro tutti”. A partire dal governatore regionale, Eugenio Giani, che attacca Cutaia dopo le dichiarazioni rese in Commissione controllo: «Il ruolo del commissario non è quello di parlare in modo generale, è quello di parlar poco e fare molto».


Mentre Lega e FdI incalzano, ancora una volta, Palazzo Vecchio e Regione che hanno accompagnato la gestione del teatro, sul mancato controllo dei conti in rosso. E i sindacati ricordano che la priorità resta salvare il teatro e non lanciarsi in rese dei conti partitiche: «È il momento in cui la piena cooperazione tra le istituzioni, non compromessa da strumentalizzazioni politiche, miri a riparare ai danni di una gestione improvvida». A certificare la fase di tensione tra le istituzioni territoriali e il teatro commissariato due mesi fa è il presidente Giani: «Il suo ruolo è di entrare nei conti, certificare quello che è stato sbagliato, quello su cui si possono trovare delle responsabilità e fare una bella relazione da mandare a tutti i soci. Anche noi siamo soci e come Regione mettiamo 2,9 milioni di euro in bilancio». Per questo, «prima di andare a chiedere un supplemento di risorse – aggiunge – mi aspetto dal commissario una bella e approfondita relazione scritta». Parole tese a rimarcare il ruolo di primo piano ricoperto dalla Regione ma soprattutto ad assecondare la linea dura del governo. Scaricando la patata bollente nelle mani del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha seguito nel corso degli anni le varie gestioni come presidente del Comitato di indirizzo. Considerato, secondo i maligni, il vero obiettivo degli approfondimenti dell’esecutivo. «Nardella ha gestito la vicenda del Maggio in modo vergognoso mentre il governatore Giani ha avuto un atteggiamento che potremmo definire ondivago» commentano il senatore FdI, Paolo Marcheschi, e il capogruppo in Consiglio regionale, Francesco Torselli. «Il sindaco, che ha fatto di tutto affinché Pereira arrivasse alla guida del Maggio, l’ha sempre difeso finché la situazione non è precipitata», spiegano, mentre «la Regione ha sempre funzionato da “bancomat” per la fondazione». A rilanciare le accuse anche i consiglieri regionali e comunali leghisti, Giovanni Galli e Federico Bussolin: «Chiediamo a Nardella di esprimersi tempestivamente in merito a tale ipotizzata voragine finanziaria». Nel frattempo i rappresentanti di Slc-Cgil e Fistel-Cisl sottolineano l’urgenza di un aiuto delle istituzioni territoriali e statali: «Confidiamo che intervengano concretamente con l’impegno e le risorse necessarie». Altrimenti, chiariscono, «raggiungeremo noi i nostri interlocutori per spiegare direttamente le nostre ragioni, le ragioni di chi ama il teatro ma non può accettare di pagare per gli errori degli altri».

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