Il Tirreno

Firenze

Sos sicurezza

«Basta aggressioni ai ragazzini alla stazione», le mamme di Firenze lanciano la petizione online

di Valentina Tisi
Palazzo Vecchio ha deciso di aumentare le pattuglie della polizia municipale in alcune zone della città
Palazzo Vecchio ha deciso di aumentare le pattuglie della polizia municipale in alcune zone della città

L’ultimo episodio di microcriminalità è avvenuto alla stazione ai danni di un 13enne. Giovanissimi sempre più nel mirino tra furti e pestaggi anche in pieno giorno

23 maggio 2023
3 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE.  Preoccupate, esasperate dall’idea che i figli debbano affrontare pericoli sempre maggiori anche in situazioni apparentemente normali come andare a scuola, anche in luoghi molto frequentati e in pieno giorno, come può esserlo la stazione. Così tra genitori ha iniziato a maturare l’idea che fosse necessario mobilitarsi, fare qualcosa in più, unire le forze e chiedere sicurezza.

A far scattare il campanello d’allarme decisivo è l’episodio capitato la scorsa settimana a un 13enne alla stazione di Santa Maria Novella. Il ragazzo stava per salire sulla tramvia quando un uomo lo ha aggredito per rubargli il cellulare e lo ha ripetutamente colpito in testa. Ad alcuni giorni di distanza la madre del ragazzo, visti anche i tanti episodi che coinvolgono i giovanissimi a Firenze e nel resto d’Italia, tra aggressioni, furti ed episodi di bullismo, ha pensato di coinvolgere anche gli altri genitori in una petizione per chiedere sicurezza per i ragazzi. «Non si tratta più solo di episodi – spiega – adesso è quasi la quotidianità. Non possiamo limitarci solo a vedere quello che accade nelle trasmissioni televisive, bisogna cominciare a chiedere che vengano prese misure e fatte cose concrete. A me non interessa fare politica, ma ho provato a lanciare delle proposte». Così la donna domenica sera ha lanciato la raccolta firme su change.org e ha iniziato a farla girare tra i suoi contatti. «Noi, cittadini preoccupati per la sicurezza e il benessere delle nostre comunità – si legge nel testo – ci rivolgiamo al governo per sollecitare un’azione urgente e determinata nella lotta contro la microdelinquenza che affligge quasi tutte le città d’Italia ormai».

E ancora: «Furti, scippi, atti vandalici e aggressioni verbali sono diventati troppo comuni, generando paura e insicurezza tra i cittadini. Con questa petizione, chiediamo risolutamente alle autorità competenti di adottare misure concrete». Tra le proposte: l'implementazione di programmi educativi e di prevenzione rivolti ai giovani per promuovere valori di rispetto, legalità e responsabilità sociale; l’obbligo per tutti coloro che immigrano con l’intenzione di non ritorno nel proprio paese un test o una formazione su cultura, valori, regole e leggi in vigore, maggiore presenza di forze dell'ordine e più illuminazione pubblica, pene certe anche per episodi di microcriminalità e più collaborazione tra istituzioni e comunità.

La petizione in solo due giorni ha già raccolto centinaia di adesioni. «L’idea - prosegue la donna - mi è scattata quando parlando di quello che era successo a mio figlio, alcuni mi hanno detto “Ma non poteva mollare il cellulare?”. Mi ha fatto pensare. Il valore della vita è la prima cosa, prima di qualsiasi oggetto, però quel “mollare” vuol dire arrendersi, accettare la situazione così com’è, questo non è giusto».

La mamma del 13enne aggredito ricorda quindi la vicenda vissuta solo pochi giorni fa: «Era alla stazione, stava per salire sul tram e, come gli ho sempre detto di fare, stava aspettando che le persone scendessero per salire. Aveva il cellulare in mano e quest’uomo che è sceso ha cercato di strapparglielo di mano. Lui lo ha tenuto forte e a quel punto l’altro ha iniziato a picchiarlo in testa. Per fortuna mio figlio è riuscito a divincolarsi e scappare, i carabinieri poi quando hanno trovato l’uomo hanno detto che aveva anche un coltello con sé.

Quello che mi ha colpito è che mentre ci trovavamo dai carabinieri per fare la denuncia, ci siamo resi conto che episodi così ne capitano in continuazione a tanti ragazzi, può succedere davvero a chiunque, anche in posti frequentati e in pieno giorno». Per quanto riguarda il modo in cui il ragazzo ha reagito all’aggressione la mamma aggiunge: «I primi giorno dopo quello che è accaduto probabilmente aveva ancora l’adrenalina addosso, ma adesso già ha difficoltà a dormire la notte».

Primo piano
L’omicidio

Uccisa Flavia Mello, la confessione del 34enne: «Sì, sono stato io». L’incontro finito nel sangue e il giallo sul movente

di Sabrina Chiellini
Sportello legale