La scuola oltre la didattica: a Firenze lo spazio per imparare a credere nel futuro
Ultimo appuntamento, il 17 marzo, per il ciclo “Il conflitto e la psiche”: l’appuntamento è al Teatro della Pergola con Federico Fubini, Rachele Furfaro, l’assessora Funaro e il dirigente Osvaldo Di Cuffa
FIRENZE. «L’obiettivo della scuola deve essere un’equilibrata crescita psicologica dei ragazzi attraverso l’incremento di autostima e fiducia nel futuro. Come? Favorendo contesti nei quali i ragazzi imparino a conoscere e a padroneggiare i propri impulsi, a integrarsi, a sperimentare le proprie capacità e a sviluppare la propria autonomia. In altre parole: la scuola deve saper andare oltre la didattica». È il pensiero di Stefano Calamandrei, psichiatra e psicanalista nonché coordinatore scientifico della rassegna “Il conflitto e la psiche”, che giunge a conclusione il 17 marzo alle ore 17 al Teatro della Pergola, con un appuntamento aperto al pubblico proprio sul tema “Educare alla democrazia interiore: il ruolo fondamentale della scuola”.
Protagonisti del dibattito Federico Fubini, Vicedirettore del “Corriere della Sera”, Rachele Furfaro, pedagogista e Presidente di Foqus – Fondazione Quartieri Spagnoli di Napoli, Sara Funaro, Assessora all’Educazione e Welfare del Comune di Firenze, ed Osvaldo Di Cuffa, dirigente dell’Istituto Superiore Sassetti Peruzzi di Firenze. A condurre il dibattito la giornalista Geraldina Fichter e lo stesso Stefano Calamandrei. Come affrontare e prevenire le situazioni di disagio sempre più diffuse? «Fare prevenzione non significa intervenire sui ragazzi fragili e problematici, ma su tutti i giovani, agendo sulle loro necessità, non sulle loro trasgressioni. Dobbiamo stare attenti a non collegare sempre la violenza con l’aggressività. Anzi – prosegue Calamandrei - quest’ultima è una componente molto importante della nostra psiche, poiché è alla base della creatività e della forza vitale. Per evitare che l’aggressività si traduca in violenza, ogni giovane deve imparare a integrarla con le altre componenti della mente: la razionalità, l’emotività e il senso del dovere».
Un elemento cardine di questo percorso è rappresentato anche dagli insegnanti, che secondo Calamandrei non devono temere il coinvolgimento emotivo, ma anzi imparare a utilizzarlo come il loro più efficace strumento didattico. Ma a che punto è, la scuola italiana, su questi temi? Secondo Rachele Furfaro, pedagogista Presidente di Foqus – Fondazione Quartieri Spagnoli di Napoli: «La scuola deve anche insegnare a vivere e quella italiana non è sempre in grado di farlo. Se guardiamo infatti i dati Ocse PISA - Programme for International Student Assessment vediamo che i nostri studenti vengono classificati sotto la media per competenze logiche, linguistiche e matematiche. Questo è l'insuccesso della Scuola come Istituzione, che non dovrebbe solo trasmettere dei saperi, ma generare dei processi di apprendimento. C’è poi un altro elemento, che spesso si tende a trascurare, ovvero la questione dell’abbandono scolastico. Si tratta di una vera emergenza, specialmente nel Sud Italia, dove nelle 4 regioni del Mezzogiorno si registra il più alto tasso di abbandono tra gli 8 e i 14 anni. Si rende necessario un cambio di mentalità: una scuola inclusiva non deve essere considerata una conquista, è solo un dovere costituzionale. E in quanto tale, è per tutti, non per tanti. È evidente quindi che occorre mettere mano a questo sistema, per far uscire la scuola dalla sua staticità attraverso la costruzione di una rete di relazioni nel sistema scolastico, con partecipanti consapevoli, dove si fondono le varie competenze per favorire la nascita di una comunità. Questo aiuterebbe i giovani a guardare alla complessità e a imparare a vivere».
La rassegna “Il Conflitto e la Psiche” si avvale del patrocinio del Comune di Firenze, della Società Italiana di Psicanalisi, dell’Associazione Italiana dei Mediatori Familiari e del Centro Servizi Volontariato Toscana e del contributo di Fondazione CR Firenze e di Nextam Partners SIM, con la collaborazione della Fondazione Teatro della Toscana. Il comitato organizzatore è formato da Stefano Calamandrei, psichiatra, in qualità di responsabile scientifico e da Valeria Angeli e Sara Piccolo, volontarie di Progetto Itaca Firenze. “Il conflitto e la psiche” si inserisce nelle attività condotte da Progetto Itaca Firenze sul territorio dal 2011 ad oggi, allo scopo prima di tutto di prevenire, sensibilizzare e combattere lo stigma, il pregiudizio e la disinformazione che ancora circondano la salute mentale, nonostante la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità abbia sancito che si tratta di una componente essenziale della salute in generale. Ad oggi Progetto Itaca Firenze ha coinvolto 1250 studenti in attività di prevenzione, formato 250 volontari attraverso 9 corsi ad hoc, ma anche 200 familiari di persone che soffrono di malattie mentali, grazie a specifici percorsi. Il Club Itaca, programma diurno di riabilitazione per lo sviluppo dell'autonomia socio-lavorativa dedicato a giovani (tra i 20 e i 45 anni) con una storia di disagio psichico, conta oggi su 94 iscritti che hanno avuto l’opportunità di partecipare a 70 esperienze di lavoro, alcune delle quali si sono concretizzate in contratti a tempo indeterminato. Info: www.progettoitacafirenze.org