Bongi, il negozio storico di Firenze lascia Por Santa Maria dopo 70 anni: «L’affitto è quasi raddoppiato»
Da fine mese l’attività si sposta in via Calimaruzza: «Impossibile andare avanti: nessuna dilazione nemmeno sotto lockdown»
FIRENZE. «È come se Firenze perdesse qualcosa», commenta Arturo Moretti, proprietario dello storico e rinomato negozio di ottica e fotografia Bongi, attività che si appresta a diventare centenaria, dal momento che è stata fondata nel 1926. Per i clienti, sia fiorentini che turisti di passaggio, è un vero e proprio punto di riferimento in cui è possibile trovare gentilezza, professionalità e competenza. Arrivata oramai alla quarta generazione, la primissima sede dell’attività era in via Vacchereccia.
Da oltre 70 anni, invece, appassionati di fotografia e tutti coloro che hanno necessità di acquistare occhiali, sia da vista che da sole, si recano in via Por Santa Maria, proprio di fronte alla fontana del Porcellino, nella centralissima via che conduce al Ponte Vecchio. Ed ora all’orizzonte c’è un nuovo trasferimento: il 26 marzo l’attività chiuderà al pubblico per riaprire, nel mese di aprile, letteralmente a due passi. Più precisamente in via Calimaruzza, la strada che collega piazza della Signoria a via Por Santa Maria.
«Praticamente abbiamo circumnavigato il perimetro», cerca di ironizzare Arturo che ha preso la decisione di spostarsi. «La proprietà voleva aumentare l’affitto del circa 40% rispetto a quello attuale. Non potevamo permettercelo», spiega. Il negozio di ottica era già stato messo in ginocchio dal Covid: «Abbiamo riscontrato molte difficoltà a trovare un accordo con la proprietà del fondo per avere una riduzione dell’affitto durante il lockdown», racconta ancora il titolare. «Altri negozi della zona sono stati aiutati, noi abbiamo trovato un muro. Speravamo di avere una mano visto che in tanti anni siamo sempre stati regolari nei pagamenti». L’idea di trasferirsi era, quindi, nell’aria già da un paio d’anni.
Poi, con il rialzo dei prezzi, è arrivata l’ufficialità: «I due fondi in cui ci spostiamo sono di proprietà di mia madre, quindi non avremo l’affitto e questo è sicuramente un vantaggio», continua Arturo. «I lotti non sono comunicanti tra loro, ci saranno dunque due ingressi separati. Uno sarà dedicato completamente alla fotografia, l’altro all’ottica». Nonostante il rialzo delle bollette per Bongi sia stato «relativamente contenuto», non avere il peso dell’affitto sulle spalle è un sollievo visto che le mensilità per i negozi delle vie del centro storico fiorentino oscillano oramai tra i 20 e i 30 mila euro.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia: «Si perde visibilità in questo modo», racconta Arturo. Spostandosi infatti da una via centrale come quella attuale ad una secondaria di collegamento, il negozio rischia di non essere visibile e facilmente trovabile come lo è attualmente. «Penso ai turisti che ritorneranno a Firenze la prossima volta e non ci troveranno nello stesso posto. Per questo c’è un profondo dispiacere e una grande paura», svela il Moretti che attualmente ha cinque dipendenti. «Spero di riuscire a mantenerli tutti. Soprattutto all’inizio sarà difficile riuscire a ricalibrare il lavoro».
Il nuovo lotto dedicato alla fotografia dovrebbe essere inaugurato tra il 5 e il 6 aprile, mentre l’apertura di quello dell’ottica potrebbe slittare a dopo Pasqua, verso la metà del mese. La proprietà, nel frattempo, ha già trovato una nuova attività commerciale che subentrerà al posto di Bongi. E la sfida che attende Arturo e tutto il suo personale parte già in salita, con tutte le beghe burocratiche da affrontare: «Mi sono già informato per la questione dell’insegna storica. Speravo di poterla utilizzare anche nella nuova sede portandomi dietro la licenza ma il comune mi ha detto di no», dichiara il titolare.
«I negozi storici come il mio dovrebbero essere aiutati di più magari pedonalizzando ed illuminando maggiormente le strade», propone. Un’àncora di salvezza a cui aggrapparsi però c’è: «A livello di fotografia siamo l’unico negozio in centro a Firenze. Abbiamo anche una linea di occhiali di nostra produzione», prosegue sempre Arturo. «Lavoriamo con le scuole di fotografia e di grafica. Tanti clienti stranieri ci contattano prima di ritornare in Italia perché vogliono farsi mettere da parte la nuova collezione. Da qualche anno abbiamo riscontrato un ritorno al rullino e all’analogico». Un grande cambiamento che si trascina tantissimi punti interrogativi. E purtroppo non è solo il Bongi a dover fare i conti con una realtà sempre più difficile da sostenere: «Prima questa zona era piena di negozi e di botteghe a conduzione famigliare. Ora ci sono solo grandi catene», conclude amaramente Arturo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA