Uccide la sorella a Signa, il suo difensore: “A ogni domanda risponde io non ce la faccio”
Per il cinquantenne sottoposto a fermo è stata disposta una misura di vigilanza per evitare che commetta atti autolesionisti
FIRENZE. «Io non ce la faccio». Ripete questa frase guardando nel vuoto Marco Cintelli, il cinquantenne sottoposto a fermo per l’omicidio volontario della sorella Carla Cintelli, trovata morta mercoledì scorso dai carabinieri nella sua abitazione di via Don Minzoni a Signa. L’uomo è detenuto nel carcere di Sollicciano in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, che si terrà probabilmente domani. Ieri ha incontrato il suo difensore, l’avvocato Dario Fiorentino, ma non è stato in grado di relazionarsi con lui. Ha guardato nel vuoto, continuando a ripetere solo quella frase, «Io non ce la faccio». Un atteggiamento che fa ipotizzare al suo legale che Cintelli non sia in grado di sostenere un processo. «Ho trovato una persona completamente assente – racconta l’avvocato Fiorentino –, incapace di comprendere quello che gli viene detto, con lo sguardo perso. A ogni domanda risponde “io non ce la faccio”». «Di conseguenza – prosegue Fiorentino – mi pongo seri dubbi sulla sua capacità di sostenere un processo». Marco Cintelli è un uomo chiuso in se stesso. Anche mercoledì, quando è stato interrogato dal pm Vito Bertoni, Cintelli è rimasto in silenzio, e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Questa mattina il pm titolare delle indagini conferirà l’incarico al medico legale per l’esecuzione dell’autopsia. I risultati dell’esame autoptico saranno fondamentali per ricostruire gli ultimi istanti di vita di Carla Cintelli. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, il cinquantenne avrebbe strangolato la sorella al culmine di una lite, nella casa che era stata dei loro genitori, e dove lei ancora viveva. Il movente sarebbe di tipo economico. Lei non lavorava e non pagava le bollette. I debiti accumulati ricadevano sul fratello, formalmente residente nell’abitazione, sebbene vivesse con la moglie e il figlio a Lastra a Signa, e intestatario delle utenze.
A mettere in luce la vicenda è stata la moglie, che martedì si è presentata in caserma per denunciare la scomparsa del marito, dicendo che non riusciva a contattarlo da venerdì sera, quando le aveva detto che andava a trovare la sorella. Lui è stato rintracciato in un capanno vicino casa. La sorella è stata trovata morta nell’appartamento di via Don Minzoni. A incastrarlo, il fatto che aveva con sé le chiavi dell’abitazione, la cui porta d’ingresso era chiusa dall’esterno.
Adesso Marco Cintelli si trova in carcere dove è sotto stretta sorveglianza: «Dopo il colloquio con gli educatori – spiega sempre il suo difensore – in ragione delle sue condizioni psichiche, è stato disposto nei suoi confronti quello che viene definito attenzionamento speciale, misure di vigilanza per evitare che commetta atti autolesionisti o peggio». In passato l’uomo avrebbe manifestato intenti suicidi.