Il Tirreno

Firenze

«L’ho afferrato ma poi l’ho perso. Ho agito d’istinto, volevo salvarlo»

Matteo Calì
«L’ho afferrato ma poi l’ho perso. Ho agito d’istinto, volevo salvarlo»

Parla l’uomo che ha tentato di salvare un anziano finito in Arno

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«L’ho visto cadere e mi è venuto d’istinto di buttarmi e provare a salvarlo, ma mi è scivolato di mano e non sono più riuscito a prenderlo».

È ancora scosso l’uomo, un podista, che ieri mattina poco dopo le otto è intervenuto nel disperato tentativo di salvare un ottantaduenne finito nel fiume Arno dal ponte da Verrazzano, nelle vicinanze di lungarno Colombo. Sul posto anche la polizia. Secondo gli accertamenti effettuati, si sarebbe trattato di un suicidio.

L’anziano, raccontano alcuni testimoni a Il Tirreno, si sarebbe sporto dalla ringhiera e lanciato nel vuoto. «Abbiamo visto un signore lanciarsi nel fiume – spiegano due donne – speravamo che riuscissero a salvarlo, un uomo ci ha provato ma non ce l’ha fatta».

Così, nonostante il disperato tentativo di salvarlo e riportarlo a riva, l’uomo, cittadino italiano residente a Firenze, sarebbe rimasto sott’acqua per oltre quindici minuti, fino all’arrivo dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Firenze che hanno riportato il corpo a riva sulla sponda del fiume. Sul posto sono intervenuti anche i sanitari e il medico del 118, che hanno praticato le manovre di rianimazione per oltre venti minuti, ma tutti i tentativi sono risultati vani. Presenti due pattuglie della squadra volante della questura, e gli agenti della polizia scientifica per i rilievi del caso.

Per l’uomo, che aveva una ferita alla testa probabilmente causata dall’impatto con le pietre sul letto del fiume, il pubblico ministero ha disposto l’autopsia e la salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale per stabilire se la caduta possa essere stata causata da un malore, anche se l’ipotesi più probabile resta quella del suicidio.

Negli ultimi mesi a Firenze si sono registrate varie tragedie nelle vicinanze di fiumi, non in tutti i casi si è trattato però della volontà di togliersi la vita.

A Grassina, nel comune di Bagno a Ripoli, nel fiume Ema venne ripescato il corpo di un senzatetto trentunenne, originario di Varese, che perse la vita dopo essersi buttato nel corso d’acqua in cerca di un po’ di refrigerio.

La vicenda scosse molto la comunità grassinese perché il giovane, in poche settimane di permanenza nella frazione a due passi da Firenze, era riuscito a inserirsi e a farsi apprezzare dai residenti per le sue doti umane.

Sempre pochi giorni fa, nei pressi di lungarno Ferrucci, è stato rinvenuto il corpo di un uomo.

Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione, reso irriconoscibile dalla permanenza in Arno.

Per l’identificazione della vittima, un ventiseienne originario dell’Albania deceduto per annegamento, ci sono voluti alcuni esami tecnico strumentali svolti in sede di autopsia, con la comparazione delle impronte digitali con quelle presenti nell’archivio centrale delle forze dell’ordine, che ha consentito di individuare l’identità dell’uomo.

Lo scorso maggio un novantenne è stato trovato senza vita nei pressi di ponte alla Vittoria. Era uscito di casa senza avvertire i familiari.




 

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