Empoli, la maledizione azzurra: un altro infortunio e D'Aversa deve fare il mago
Maleh costretto a fermarsi e il centrocampo torna ai minimi termini. L’infermeria come un labirinto: uscirne è diventato sempre più difficile
EMPOLI. Ormai è sicuro: l’infermeria dell’Empoli somiglia sempre più allo splendido labirinto di Villa Pisani a Strà, in provincia di Venezia, che è considerato il più difficile del mondo. Come nella grandiosa opera progettata (assieme al parco e agli edifici) dall'architetto padovano Girolamo Frigimelica tra il 1715 e il 1722, infatti, entrarci è semplice ma uscirne decisamente molto meno.
Verso i giallorossi
In vista della sfida di domenica 9 marzo alle 18 con la Roma, ad esempio, potrebbe venirne a capo Tino Anjorin, ma con un minutaggio tutto da decriptare, ma in compenso alla lunga lista degli indisponibili si è aggiunto Yuossef Maleh. Il ragazzo di Castel San Pietro, infatti, è uscito malconcio dalla partita in casa del Genoa dove era stoicamente rimasto in campo nonostante un colpo al ginocchio rimediato allo scoccare del 20’. A caldo, evidentemente, il dolore era gestibile ma ora no. Previsti esami clinici nelle prossime ore, anche se dovrebbe comunque trattarsi di un trauma contusivo (e non distorsivo) al collaterale del ginocchio sinistro, ma assenza praticamente certa e certificata per la gara contro la Roma.
Il punto
A conti fatti, insomma, un titolare in meno (un altro) e uno che torna, il centrocampista inglese, ma sicuramente senza i 90 minuti nelle gambe. Il risultato, dunque, è che il tecnico Roberto D’Aversa tanto per cambiare dove à inventarsi qualcosa, soprattutto in mezzo al campo. Problema che riporta al discorso iniziale, cioè dello dell’infermeria diventata labirinto, visto che la soluzione più semplice sarebbe il ritorno di Ardian Ismajli al centro della difesa con lo spostamento di Luca Marianucci sulla sinistra e, quindi, la possibilità di alzare il jolly Liberato Cacace a centrocampo. Semplice, no? Peccato che neanche sul rientro dell’albanese ci siano certezze. Nella mattina di mercoledì 5 marzo non si è allenato coi compagni e sembra accusare ancora i postumi del problema muscolare che lo aveva tenuto fuori contro Udinese e Atalanta ma non con la Juve in Coppa Italia (quando giocò, e come al solito bene, i primi 45 minuti del match). Un mistero, insomma. Da provare a decifrare nei prossimi giorni perché comunque qualche speranza che possa trovare la via giusta per uscire dal labirinto dove si sta perdendo rimane. Neanche il beneficio del dubbio, invece, per Mattia Viti e Jacopo Fazzini. Di loro se ne riparlerà probabilmente dopo la sosta (escludendo, dunque, alla successiva sfida in casa del Torino).
Soluzioni
Ad oggi, però, le carte in mano all’allenatore azzurro sono sempre poche e sempre meno. Quindi l’inserimento di Mattia De Sciglio dietro, con il già citato Cacace in mezzo, o sulla corsia destra, con Emmanuel Gyasi interno nella mediana a cinque; oppure quello di uno di Victor Kovalenko e il giovane Jacopo Bacci a centrocampo.