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Serie A

Empoli, il dilemma portiere: a chi toccherà con la Roma? Gli scenari e i motivi

di David Biuzzi
Il portiere azzurro
Il portiere azzurro

La papera di Silvestri può cambiare di nuovo le gerarchie della porta azzurra

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EMPOLI. Della solitudine dei numeri primi ha scritto molto (se non tutto) Paolo Giordano in un (bellissimo) libro che però non si occupa di calcio, di quella dei numeri 1 potrebbe forse farlo Roberto D’Aversa visto che il suo Empoli, ad oggi, sembra ancora non averlo trovato.

Già, perché il pasticciaccio brutto (giusto per rimanere in tema letteratura) di Marco Silvestri al Ferraris, costato il pareggio del Genoa, ripropone la questione delle porte girevoli in casa degli azzurri. O almeno potrebbe farlo. È una porta senza padrone, insomma, quella dell’Empoli. Che ne ha avuti due per mesi, i migliori, con Devis Vasquez a brillare in campionato e il baby Jacopo Seghetti a prendersi spazi e gloria in campionato. Poi il progressivo calo di rendimento del colombiano, culminato con la papera di Venezia del 4 gennaio, colossale quanto quella recente del collega e costata 2 punti proprio come quella, e la successiva esclusione nella successiva gara col Lecce. Tra i pali il ragazzo di Barranquilla ci è tornato in fretta, ai livello di inizio stagione no. Il resto è storia recente.

Sul mercato di gennaio arriva Silvestri dalla Sampdoria (in cambio di Perisan che aveva inaugurato la complicata stagione dei portieri azzurri facendosi male, molto, in ritiro): portiere dal solido passato (un po’ meno quello recente). D’Aversa spiega che non cambia niente nelle gerarchie, ma il 16 febbraio a Udine l’ultimo arrivato gioca dall’inizio e Vasquez va in panchina. Idem con l’Atalanta, quando peraltro Silvestri sfoggia la sua migliore prova in azzurro nonostante lo 0-5 finale, e quindi col Genoa.

«Le gerarchie le fanno i giocatori col loro comportamento quotidiano», spiega l’allenatore dopo il cambio del guardiano. Già. E ora? Sì perché nel frattempo Vasquez non è stato solo a guardare. È diventato il portiere di Coppa e nell’impresa di Torino, con lo schiaffo alla Juve, ci ha messo del suo con una prova robusta (non perfetto sul pari di Thuram, ma niente errori gravi) e il sigillo col penalty respinto al gioiellino turco Kenan Yıldız. Il dillema, insomma, è a chi toccherà domenica contro la Roma di Dybala, Dovbik e compagnia cantante? A mister Roberto D’Aversa, ovviamente, l’ardua sentenza della scelta. Ma in qualche misura anche al preparatore dei guardini Luigi Turci, uno che portiere, di buon livello, è stato e che di portieri ovviamente ne sa.

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