Empoli, atto vandalico alla centralina: 30 telecamere ko per un mese
Bruciati i cavi, gli occhi elettronici riattivati pochi giorni fa
EMPOLI. Sono state riaccese pochi giorni fa, dopo un “black-out” di oltre un mese provocato da un atto vandalico che non solo ha compromesso il funzionamento di una parte dell’impianto di videosorveglianza cittadino, ma ha comportato anche un lungo periodo di disservizi. Con danni che hanno richiesto un complicato iter burocratico – anche per tentare di accertare le responsabilità, oltre alle non semplici valutazioni per ottenere il risarcimento da parte dell’assicurazione – per poter essere riparati e rimettere in funzione gli occhi elettronici, fondamentali per la sicurezza.
Trenta telecamere, attive soprattutto nell’area della stazione, sono rimaste spente da inizio aprile. Riattivate pochi giorni fa al termine di un intervento risultato necessario per “ricostruire” una parte della rete di cavi che alimenta il funzionamento delle telecamere che ignoti hanno bruciato mettendo ko l’impianto. Secondo quanto accertato dal Comune, lo scorso 4 aprile, è stato rimosso il coperchio di un pozzetto stradale in viale Palestro e sono stati bruciati i cavi di collegamento dei quadri elettrici e delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza collegati.
Almeno trenta le telecamere che, all’improvviso, hanno smesso di funzionare. Un atto vandalico che ha provocato «l’interruzione del funzionamento di tutti i quadri elettrici situati a valle del quadro principale posizionato presso il terminal bus di viale Palestro», si legge nella relazione prodotta dagli uffici comunali. In particolare, sono stati danneggiati i cavi di alimentazione elettrica dei quadri, i cavi di collegamento dei dati in fibra ottica e i cavi di trasmissione video. In pratica, è stato danneggiato l’intero apparato che serve al funzionamento dell’impianto di videosorveglianza. O meglio, di una parte dell’estesa rete di telecamere che “osserva” la città. Per far fronte ai danni, il Comune è stato costretto a ricorrere ad una procedura d’urgenza per cercare di velocizzare un iter non semplicissimo e riparare un “guasto” che avrebbe potuto provocare anche serie conseguenze per il sistema di sicurezza urbana visto che è stata «compromessa la sorveglianza di un’area importante della città», rimasta per settimane fuori dai “radar”. Un intervento che, se dal punto di vista economico è stato valutato in poco più di 2.500 euro, sul fronte delle procedure ha dovuto far fronte ad un iter non snello, soprattutto per cercare di ottenere un risarcimento da parte dell’assicurazione. Il lavoro di ripristino dei cavi e di tutti gli apparati danneggiati, oltre al “collaudo” e alle verifiche del corretto funzionamento delle varie telecamere rimaste spente, è stato affidato ad una ditta specializzata di Prato che in circa una settimana ha ripristinato la rete e permesso, pochi giorni fa, di “riaccendere” gli occhi elettronici. Che sono tornate a funzionare e a “vigilare” su un’importante zona della città. Resta ancora da chiarire, invece, un episodio che per oltre un mese ha lasciato spente decine di telecamere e, soprattutto, restano da individuare i responsabili dell’atto vandalico.
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