Il Tirreno

Empoli

Stavano pensando alla separazione

di Massimo Mugnaini
Stavano pensando alla separazione

I risultati dell’autopsia sulla donna uccisa dal marito che si è poi suicidato. Accoltellata a morte mentre tentava di scappare

10 luglio 2015
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FIRENZE. Non ha soltanto provato a difendersi, quando i fendenti hanno cominciato ad abbattersi su di lei. Isabella Bagnai, massacrata con un coltello da cucina dal marito Davide Grilli al culmine di una lite furibonda nella loro casa a Stabbia di Cerreto Guidi, lo scorso sabato 4 luglio, ha provato anche a scappare. Dopo aver ricevuto le prime coltellate, da cui ha cercato di ripararsi con le mani allontanando da sé il marito che poi, a sua volta, si è tolto la vita con lo stesso coltello, l'infermiera di 44 anni originaria di Castelfiorentino ha disperatamente tentato di raggiungere la porta di casa. Ma è stata fermata prima ed è crollata a terra priva di vita. Probabilmente all'ingresso della camera da letto, dove i militari della scientifica hanno rinvenuto una grossa macchia di sangue. Altre macchie ematiche, invece, erano vicine al letto.

La ricostruzione della dinamica della tragedia che ha colpito il paese alle porte di Empoli è stata effettuata, oltre che dai rilievi dei militari, grazie all'autopsia effettuata dal medico legale Antonio Cafaro all'istituto di medicina legale di Careggi, a Firenze.

Gli esami autoptici sui due corpi sono stati lunghi e complessi: iniziati nel pomeriggio di martedì 7, si sono conclusi soltanto il giorno successivo. Lei è stata colpita col coltello molte volte: il numero di ferite da arma da taglio superficiali e i graffi non è stato neppure quantificato con esattezza. Sono i fendenti che fanno riferimento alla prima fase dell'aggressione all'arma bianca da parte di lui: l'uomo passa dalle parole alle vie di fatto, impugna il coltello e comincia a colpire la moglie.

Ma le coltellate letali, quelle che la uccideranno, sono essenzialmente due: una al petto, che le recide l'aorta, l'altra all'addome.

Ma ancor più impressionante è il modo in cui Davide - dopo aver ammazzato Isabella e scritto il biglietto poi ritrovato dai carabinieri in cui detta le sue volontà post-mortem per il futuro dei figli - a sua volta si toglie la vita. Lui, di ferite da arma da taglio sul corpo, ne ha tre. Una è molto superficiale: il medico legale ipotizza che si tratti di un colpo "d'assaggio". Forse Davide, all'ultimo, risulta indeciso sul da farsi. Ma la seconda è molto più decisa e precisa. Il coltello gli penetra torace e addome, così come poco prima aveva penetrato quello della moglie, colpendo il fegato e un polmone. Tuttavia, non è questa la coltellata che riporta il silenzio tra le mura del casolare. Bensì l'ultima: un colpo netto e secco in pieno petto: dritto al cuore che, in un batter d'occhio, cessa di battere.

Da quel momento, passeranno alcune ore prima che il fratello di Davide, preoccupato perchè nessuno risponde al telefono né al campanello di casa, entra nella casa del congiunto, scopre il delitto e lancia l'allarme. Ma a che ora avviene il delitto? Al riguardo c'è un elemento dirimente: l'orologio di Isabella. L'ha ancora al polso, quando trovano il suo cadavere. Ma si è fermato. E segna le 17.15.

Conclusi gli accertamenti sulla ricostruzione del delitto, non è ancora chiusa però l'inchiesta della Procura sul movente che ha portato alla lite poi degenerata in omicidio suicidio. Contrariamente alle voci di paese che si erano diffuse nell'immediatezza, infatti, dagli accertamenti condotti dagli investigatori sarebbe emerso un ritratto di una coppia che litigava, forse per motivi sentimentali. Il quadro insomma si avvicina sempre più a quello di una coppia in cui probabilmente si pensava anche a una separazione.

In questo senso, il duplice delitto non sarebbe stato la conseguenza del raptus improvviso di una persona con problemi psicologici, ma l'ultimo, sanguinoso atto dell'inesorabile degenerazione di una relazione.

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