Europa
Cecina, al Rossetti due cuori e una tribuna: «Una vita a tifare rossoblù insieme»
Enza ed Enrico Santini non perdono una gara: «Nel calcio di una volta c’era meno tecnologia e ci divertivamo di più. Ma oggi è più vivace»
CECINA. Per sempre “Cecina nel cuore”. Passione allo stato puro e fede granitica scortano ormai dal 1950 Enza ed Enrico Santini allo stadio comunale, nel nome e per esclusivo conto della squadra rossoblù, oggi militante nel campionato di Eccellenza.
Sposati dal 7 luglio 1962, del calcio cittadino conoscono tutto e tutti: bazzicano il campo da quando le partite si svolgevano a due passi dal fiume e oggi siedono al centro della tribuna scoperta lato monte del “Loris Rossetti” ristrutturato, un lusso per la categoria. Lei, all’epoca accompagnata dalla famiglia, adora il mondo del pallone e vuole bene ai ragazzi. Lui lo stesso. Sono infaticabili viaggiatori e, in qualunque condizione di tempo, rispondono ogni domenica a una voce: «Presenti». «Cos’è per noi il Cecina? Soddisfazioni e qualche delusione – dice Enza, già pronta per la prossima gara in casa –, però era e resta una famiglia. Ho perso il conto delle gare che abbiamo visto e ricordo che nel tempo in società sono stata anche cuoca e barista. E a chi non lo sapesse rammento che ho giocato anch’io, per essere precisa alle scuole medie, dove durante l’ora di educazione fisica allestii una squadra femminile e dissi alla professoressa che avremmo giocato soltanto a calcio. Lo stesso hanno fatto le nostre due figlie, Roberta ala destra ed Enrica portiere. In casa mia era argomento quotidiano e appena ho potuto l’ho praticato e fatto praticare».
Roberta ed Enrica, oggi, sono titolari del negozio “Piccoli passi” in via Cavour. Senza l’adrenalina dei 90 minuti più recupero, i protagonisti di questa storia non potrebbero vivere. Mancherebbe loro il senso della sfida e la possibilità di giudicare attaccanti “tali e squali”, centrocampisti di passo e di compasso, difensori nel secolo scorso definiti rocciosi e ora, freschi di battesimo, fisicati.
Un’evoluzione del linguaggio che hanno accompagnato e analizzato, sempre sotto le insegne rossoblù a pochi metri dall’erba naturale prima e oggi dal manto sintetico emblema dell’impianto, simile a quelli inglesi per via delle tribune a picco sul campo che permettono agli spettatori di immedesimarsi e vivere l’incontro quasi da protagonisti.
«Abbiamo iniziato con Bruno Frassinelli centravanti classico – prosegue Enza – e dopo l’indimenticabile parentesi della Serie C2 e di altri momenti irripetibili ci troviamo di fronte alle punte mobili. La squadra di quest’anno non ci dispiace, i ragazzi sono bravi e si impegnano. A Lucca meritavamo almeno il pareggio perché il gol del 2-1 era viziato da un fuorigioco non visto dal segnalinee. Comunque: ricordo al gruppo che per vincere serve concentrazione, perché ogni partita scrive un capitolo a sé. Spero proprio che in questi giorni si allenino bene, perché devono battere la Massese e muovere la classifica. Noi saremo come sempre in tribuna scoperta, che per me significa il centro dell’azione». Enza è stata pure presidente del club femminile “Cecina nel cuore” con tanto di striscione esibito e ben custodito. Il nome racchiude emozioni e sensazioni di cui l’album dei ricordi è pieno. «Meglio il calcio di prima? Con meno tecnologia ci divertivamo di più. Ma anche quello attuale ci piace, è veloce e vivace». Come darle torto? Ci vediamo domenica al comunale.
