Il Tirreno

La storia

Cecina, al Rossetti due cuori e una tribuna: «Una vita a tifare rossoblù insieme»

di Michele Falorni

	Enza ed Enrico Santini allo stadio Rossetti di Cecina
Enza ed Enrico Santini allo stadio Rossetti di Cecina

Enza ed Enrico Santini non perdono una gara: «Nel calcio di una volta c’era meno tecnologia e ci divertivamo di più. Ma oggi è più vivace»

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CECINA. Per sempre “Cecina nel cuore”. Passione allo stato puro e fede granitica scortano ormai dal 1950 Enza ed Enrico Santini allo stadio comunale, nel nome e per esclusivo conto della squadra rossoblù, oggi militante nel campionato di Eccellenza.

Sposati dal 7 luglio 1962, del calcio cittadino conoscono tutto e tutti: bazzicano il campo da quando le partite si svolgevano a due passi dal fiume e oggi siedono al centro della tribuna scoperta lato monte del “Loris Rossetti” ristrutturato, un lusso per la categoria. Lei, all’epoca accompagnata dalla famiglia, adora il mondo del pallone e vuole bene ai ragazzi. Lui lo stesso. Sono infaticabili viaggiatori e, in qualunque condizione di tempo, rispondono ogni domenica a una voce: «Presenti». «Cos’è per noi il Cecina? Soddisfazioni e qualche delusione – dice Enza, già pronta per la prossima gara in casa –, però era e resta una famiglia. Ho perso il conto delle gare che abbiamo visto e ricordo che nel tempo in società sono stata anche cuoca e barista. E a chi non lo sapesse rammento che ho giocato anch’io, per essere precisa alle scuole medie, dove durante l’ora di educazione fisica allestii una squadra femminile e dissi alla professoressa che avremmo giocato soltanto a calcio. Lo stesso hanno fatto le nostre due figlie, Roberta ala destra ed Enrica portiere. In casa mia era argomento quotidiano e appena ho potuto l’ho praticato e fatto praticare».

Roberta ed Enrica, oggi, sono titolari del negozio “Piccoli passi” in via Cavour. Senza l’adrenalina dei 90 minuti più recupero, i protagonisti di questa storia non potrebbero vivere. Mancherebbe loro il senso della sfida e la possibilità di giudicare attaccanti “tali e squali”, centrocampisti di passo e di compasso, difensori nel secolo scorso definiti rocciosi e ora, freschi di battesimo, fisicati.

Un’evoluzione del linguaggio che hanno accompagnato e analizzato, sempre sotto le insegne rossoblù a pochi metri dall’erba naturale prima e oggi dal manto sintetico emblema dell’impianto, simile a quelli inglesi per via delle tribune a picco sul campo che permettono agli spettatori di immedesimarsi e vivere l’incontro quasi da protagonisti.

«Abbiamo iniziato con Bruno Frassinelli centravanti classico – prosegue Enza – e dopo l’indimenticabile parentesi della Serie C2 e di altri momenti irripetibili ci troviamo di fronte alle punte mobili. La squadra di quest’anno non ci dispiace, i ragazzi sono bravi e si impegnano. A Lucca meritavamo almeno il pareggio perché il gol del 2-1 era viziato da un fuorigioco non visto dal segnalinee. Comunque: ricordo al gruppo che per vincere serve concentrazione, perché ogni partita scrive un capitolo a sé. Spero proprio che in questi giorni si allenino bene, perché devono battere la Massese e muovere la classifica. Noi saremo come sempre in tribuna scoperta, che per me significa il centro dell’azione». Enza è stata pure presidente del club femminile “Cecina nel cuore” con tanto di striscione esibito e ben custodito. Il nome racchiude emozioni e sensazioni di cui l’album dei ricordi è pieno. «Meglio il calcio di prima? Con meno tecnologia ci divertivamo di più. Ma anche quello attuale ci piace, è veloce e vivace». Come darle torto? Ci vediamo domenica al comunale.


 

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