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Rosignano, arriva il "mini pronto soccorso": «Attivo entro la fine di marzo» – Come funziona

di Claudia Guarino

	La sede dell’ex ospedale di Rosignano in via Aldo Moro che oggi ospita il distretto sanitario (Foto d’archivio)
La sede dell’ex ospedale di Rosignano in via Aldo Moro che oggi ospita il distretto sanitario (Foto d’archivio)

Al distretto punto di intervento rapido per le urgenze minori. Nella struttura ci saranno medico e infermiere 24 ore per 365 giorni e saranno disponibili alcuni esami diagnostici

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ROSIGNANO. Un punto di intervento rapido che alleggerisca il carico al pronto soccorso di Cecina e che sia affiancato da ambulatori in grado di garantire uno spettro di cure intermedie per una serie di patologie croniche. Il tutto «sarà operativo nella zona del distretto sanitario di Rosignano entro marzo del 2026». A dare l’annuncio sono il sindaco di Rosignano Claudio Marabotti e i vertici dell’Asl, che ne hanno di recente discusso in una riunione tematica.

Lo stop alla Casa e ospedale di comunità al Casalino

Una “rivoluzione”, questa, attesa da tempo anche alla luce dell’arenamento delle procedure per la costruzione di Casa e Ospedale di Comunità al Casalino che ha fatto perdere a Rosignano l’intero ammontare dei fondi Pnrr previsti come finanziamento. Il progetto, in realtà, esiste sempre ma a questo punto ipotizzare una tempistica di realizzazione sembra utopia. Ma questa è (in parte) un’altra storia.

La Casa di Comunità Hub

Tornando alle novità, l’idea è quella di creare un punto di intervento rapido al distretto di via Aldo Moro nel contesto di quella che il Comune chiama Casa di Comunità Hub. All’interno di questo punto di intervento rapido, cioè, saranno presenti – 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno – un medico di medicina generale e un infermiere. Inoltre saranno disponibili servizi diagnostici di base come diagnostica ematochimica a referto immediato, ecografia e radiologia.

Alternativa al pronto soccorso

Il tutto con l’obiettivo di fornire al territorio un punto d’accesso alternativo al pronto soccorso che sia in grado di gestire le emergenze minori. È evidente che per riuscire a mettere in piedi questo servizio sarà necessario prevedere una riorganizzazione del lavoro dei medici di famiglia e di quelli della continuità assistenziale (ex guardia medica). O quanto meno di alcuni di essi. L’idea, per fare un esempio, è che le ore al distretto siano assegnate ai nuovi medici senza assistiti e, secondo un criterio di proporzionalità, a quelli che non hanno ancora raggiunto il massimale di pazienti.

Servono più medici

Con ogni probabilità, comunque, alla fine serviranno più dottori di quelli che ci sono adesso. «Attualmente nella nostra Aggregazione funzionale territoriale ci sono 22 medici di medicina generale – spiega il dottor Marco Bolognesi, presidente dell’Aft val di Fine –, con la riorganizzazione a regime diventeranno una trentina». Riorganizzazione che prevede anche la presenza di ambulatori dedicati alle patologie croniche con professionisti in grado di coprire un livello di cura che sia intermedio tra il medico di medicina generale e lo specialista.

E per approntare questi nuovi servizi saranno riorganizzati gli spazi al piano terra del distretto sanitario di via Aldo Moro. Il tutto – questo è l’obiettivo – entro la fine di marzo dell’anno prossimo. Alla riunione tematica organizzata in Comune erano presenti il sindaco, l’assessora Cristina Santinelli, il direttore sanitario dell’Asl Giacomo Corsini, la direttrice della Società della Salute dottoressa Laura Brizzi, il direttore delle Cure Primarie per la Bassa Val di Cecina Franco Berti e il dottor Marco Bolognesi.

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