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Lavoro

Allarme Ineos, i sindacati chiedono l’intervento del governo: «Rosignano non diventi un nuovo simbolo della crisi industriale»

di Ilenia Reali

	L'ingresso del parco industriale di Rosignano e Jim Ratcliffe fondatore e ceo di Ineos
L'ingresso del parco industriale di Rosignano e Jim Ratcliffe fondatore e ceo di Ineos

Dopo quanto dichiarato dal fondatore Jim Ratcliffe sul futuro del settore chimico in Europa, la Filctem-Cgil chiede un tavolo di crisi: «Garantire la continuità produttiva del sito»

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ROSIGNANO. Un tavolo un tavolo ministeriale che affronti in modo strutturale le criticità del settore chimico coinvolgendo le istituzioni locali e regionali. È la proposta della Filctem Cgil dopo l’assemblea di ieri con i lavoratori di Ineos dopo le affermazioni del fondatore e ceo Jim Ratcliffe sul futuro del settore in Europa e quindi anche a Rosignano. «L’obiettivo è costruire, insieme alle imprese e alle istituzioni, una strategia condivisa per garantire il futuro produttivo e occupazionale del comparto in Italia e in Europa. Difendere la chimica europea significa difendere il lavoro, le competenze e il futuro industriale dell’Europa», ha detto Stefano Santini segretario generale della Filctem-Cgil Livorno nel corso dell’incontro con la direzione del gruppo Ineos (di cui fa parte anche l’azienda Inovyn) tenutosi nei giorni scorsi e durante l’assemblea.

Attenzione al personale

«I vertici del gruppo Ineos, in linea a quanto dichiarato nelle scorse settimane da Ratcliffe, hanno ribadito una forte preoccupazione per la perdita di competitività della chimica europea rispetto a Stati Uniti e Cina. È un momento delicato anche per lo stabilimento di Rosignano: serve responsabilità condivisa e non decisioni unilaterali. All’azienda abbiamo pertanto chiesto di non prendere in considerazione alcun intervento che possa portare a riduzione di personale». È quanto ha dichiarato il segretario generale della Filctem-Cgil Livorno Stefano Santini nel corso dell’incontro con la direzione del gruppo Ineos (di cui fa parte anche l’azienda Inovyn) tenutosi nei giorni scorsi e ha riferito durante l’assemblea con i lavoratori.

Cosa accade altrove

Per far fronte alle difficoltà citate il gruppo Ineos ha già iniziato a correre ai ripari: dallo scorso settembre nello stabilimento di Tavaux (Francia) sono stati fermati temporaneamente gli impianti dei clorometani, in quello di Martorell (Spagna) è stata disposta una riduzione temporanea dell’attività produttiva mentre in quello di Rheinberg (Germania) è stato definitivamente chiuso un ramo produttivo. L’auspicio è che a livello territoriale non si verifichino decisioni unilaterali: «Ciò verrebbe interpretato – evidenzia Santini – non come la volontà di affrontare insieme le difficoltà ma come un segnale di rottura e disimpegno, un alibi per giustificare tagli occupazionali». «I posti di lavoro devono essere salvaguardati. L’azienda ha comunque rinnovato l’impegno a condividere con il sindacato tutti gli aggiornamenti sulla questione e a informarci prontamente sulla situazione e le prospettive del gruppo».

L’allarme

L’allarme lanciato da Ratcliffe che basa la sua analisi su uno studio commissionato a Oxford Economics , secondo cui circa la metà della capacità produttiva europea di etilene sarà fermata definitivamente entro il 2030, è in linea a quanto già affermato da tempo dalla Filctem-Cgil: senza una politica industriale europea che riduca i costi energetici, riveda i dazi e difenda il mercato interno dalle importazioni sleali, la chimica europea rischia di perdere non solo competitività, ma anche posti di lavoro, competenze e autonomia strategica.

L’interrogazione

«Non possiamo permettere che anche Rosignano diventi un nuovo simbolo della crisi industriale italiana. Il governo intervenga immediatamente per salvaguardare i 400 posti di lavoro dello stabilimento Ineos e difendere un settore strategico per il territorio e per il paese». «Non possiamo assistere passivamente a un possibile ridimensionamento di uno dei poli chimici più importanti d’Italia»: sono intervenuti i deputati del Partito Democratico Marco Simiani ed Emiliano Fossi, che hanno presentato un’interrogazione al Ministro delle Imprese e del Made in Italy.

Il tavolo di crisi

«Serve un’azione decisa per sostenere il comparto chimico, strategico per la nostra autonomia industriale e per la transizione energetica. Non possiamo permettere che l’Europa e l’Italia compiano un “suicidio industriale” mentre Stati Uniti e Cina continuano a rafforzare la loro competitività grazie a politiche energetiche e industriali mirate. Serve un tavolo di crisi con la Regione Toscana, i sindacati e l’azienda per garantire la continuità produttiva del sito di Rosignano». «Dopo le difficoltà di Piombino e Livorno – continuano i due parlamentari – la regione non può subire un’altra ferita occupazionale». «Il Governo Meloni dimostri finalmente di avere una strategia chiara ed efficace per difendere il lavoro e la competitività del nostro sistema produttivo». 

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