Il Tirreno

Lutto

Addio a Roberto Berrugi, l’artista del ferro e delle auto: le sue opere abbelliscono Cecina

di Michele Falorni

	Roberto Berrugi
Roberto Berrugi

Carrozziere, aveva 85 anni. La mostra, “Meta-morfosi”, fu un successo e un attestato di merito

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CECINA. Per gli amici, ai quali dedicava sempre pensieri affettuosi, resterà un punto di riferimento. Roberto Berrugi, imprenditore e artista visionario, è morto nella sua casa di via Caravaggio a Cecina, dove viveva con la moglie Carla Luci.

I funerali, curati dall’impresa funebre Frongillo, si sono svolti ieri (giovedì 23 ottobre) nella chiesa del Palazzaccio. La salma è stata trasferita a Livorno per la cremazione e oggi sarà tumulata al cimitero cittadino accanto a quella del babbo Angiolo. Roberto, classe 1939, aveva 85 anni. Lascia la consorte e i due figli, Fosco e Luca, carrozzieri nella zona industriale a Palazzi.

Per raccontare chi fosse e cos’abbia donato, con il cuore e l’orgoglio, a questa città servirebbe una pagina di giornale. Basta sapere che, dopo una vita di lavoro con esperienze all’estero tra cui gli Stati Uniti, si divertiva ad assemblare i componenti delle auto ormai distrutte trasformandole in opere d’arte.

Un esempio, tra i molti che i cittadini conoscono, è l’Omino di ferro che svetta sulla rotatoria all’ingresso nord di Cecina, a due passi dal ponte. Un capolavoro, finito anche in qualche ricerca fatta dagli studenti delle superiori e non solo del ramo tecnico, pronti ad apprezzarne le capacità e ad ascoltarne i consigli per capire come quella mente illuminata avesse ricavato figure conosciute e strumenti musicali da motori, bielle e tubi di scappamento. Il banco di lavoro, a un giro di scale dalla casa, è uno spettacolo. Sfogliare l’album dei ricordi significa ripercorrerne la vita professionale, in cui il viaggio in America occupa il primo posto. Questo capacissimo capo d’azienda lo compì nel 1973, dove acquistò macchinari per riparazioni che, appena rientrato in Italia, migliorò subito, rendendoli funzionali al lavoro da svolgere. Come raddrizzare la scocca di un autotreno. Le fotografie dei decenni trascorsi nei capannoni dell’impresa Centrauto, da lui fondata, testimoniano l’impegno costante e la capacità di innovare mantenendosi sempre al passo con i tempi. Per ogni problema, ricordava a chiunque gli ponesse una domanda, bisogna trovare una soluzione. A Cecina, uffici pubblici e privati posseggono alcune sue creazioni, nate dall’estro di Berrugi, diplomato all’istituto “Enrico Mattei” di Rosignano, al quale – settant’anni dopo la Maturità – ne ha donate due: un tavolo girevole fatto con un albero motore e un “Teorema”, nome del pezzo, ricavato da un radiatore.

La mostra, “Meta-morfosi”, fu un successo e un attestato di merito a chi, come Roberto, avrebbe meritato davvero una laurea. Lo stesso avvenne quando presentò le proprie opere al piano terra del palacongressi di Cecina, intitolando l’esposizione “Visioni”, perché nata dal suo intuito. Per chi lo conosceva già, fu un’entusiasmante conferma, mentre per tutti gli altri una piacevole scoperta. Con la sua morte, la nostra città perde un altro personaggio. “Era amato ed estroso, un imprenditore artista”. Così lo hanno ricordato i figli. 


 

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