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Parco industriale di Rosignano, l’allarme del sindacato: «Ineos annuncia tagli, situazione preoccupante»


	Lo stoccaggio dell'etilene di Ineos (foto d'archivio)
Lo stoccaggio dell'etilene di Ineos (foto d'archivio)

Nota di Femca Cisl Toscana dopo le notizie di chiusure di impianti e riduzione dei dipendenti in Regno Unito e Germania: «Difenderemo i posti di lavoro»

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ROSIGNANO. «Porre estrema attenzione alle dinamiche occupazionali del Parco industriale di Rosignano», alla luce delle «recenti notizie su tagli occupazionali e chiusure di impianti annunciati da Ineos nel Regno Unito e in Germania».

È quanto chiede la Femca-Cisl Toscana in un comunicato sindacale in cui esprime «profonda preoccupazione anche per il nostro territorio e per l’intero comparto chimico europeo» e al contempo assicura «la massima solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti e ribadisce la propria determinazione nel difendere il lavoro, la dignità e il futuro industriale del nostro territorio». 

«Il rischio concreto – spiega il responsabile del comparto chimico della Femca Toscana, Mirko Zacchei - è quello di assistere a un processo di deindustrializzazione irreversibile, con la perdita di competenze, occupazione e capacità produttiva strategica per l’intero Paese».

«Le realtà produttive del parco industriale di Rosignano - evidenzia Zacchei - rappresentano un pilastro fondamentale per l’economia locale, generando occupazione diretta e indotta, sostenendo un vasto indotto di piccole e medie imprese e garantendo entrate fiscali e stabilità sociale per l’intera comunità. Ogni posto di lavoro perso in questi siti non è soltanto un dramma per le famiglie coinvolte, ma una perdita per tutto il territorio».

All’interno del Parco, sottolinea ancora il sindacalista, «sebbene gli impianti appartengano a proprietà diverse, la loro interconnessione tecnica, logistica ed economica costituisce un ecosistema produttivo integrato: la chiusura o l’indebolimento di una singola realtà metterebbe a rischio la tenuta economica dell’intero sistema industriale». Ragione per cui la Femca auspica «politiche energetiche competitive che permettano di preservare la produzione industriale in Europa e la promozione di investimenti strutturali per la transizione ecologica, che tutelino l’occupazione e favoriscano l’innovazione senza penalizzare le aziende che operano nel rispetto dell’ambiente». 

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