Il Tirreno

Bilancio

Maltempo a Cecina e dintorni, centinaia le case allagate. Il sindaco Giari indica una soluzione anti-alluvione

di Claudia Guarino

	Le Badie domenica mattina (Foto di Denise Lombardi)
Le Badie domenica mattina (Foto di Denise Lombardi)

Situazioni critiche anche a Fiorino e Le Badie. Danni ci sono stati nella zona di Riparbella

28 ottobre 2024
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CECINA. Centinaia di case allagate, decine di attività in ginocchio e viabilità in parte compromessa. Con criticità maggiori registrate a Cecina, al Fiorino e alle Badie. Passata la tempesta, è tempo di contare i danni e ricucire le ferite. Tenendo presente, ribadisce il sindaco di Castellina Marittima Alessandro Giari che «d’ora in avanti serviranno soluzioni strutturali per eventi diventati ordinari». Un esempio? «Esondazioni pianificate in apposite vasche o nei campi».

Cecina

Nel frattempo, due giorni dopo la mega ondata di maltempo che ha colpito Cecina e i colli si è ancora al lavoro per spalare fango e ripristinare strade e negozi. A Cecina ci sono state case allagate in varie parti della città. In via Pasubio, per esempio, ma anche nelle vie Sanzio, Brodolini, Savonarola, Aldo Moro, Napoli e al Cedrino. «Al momento non è possibile sapere con esattezza di quante abitazioni stiamo parlando – spiega la sindaca Lia Burgalassi – ma credo che siano almeno un centinaio». Chiaramente non tutte in egual misura. C’è chi, per esempio, è stato appena sfiorato dall’acqua e chi si è trovato con l’intero garage allagato ed è stato costretto a gettare via tutto il contenuto o quasi. Poi ci sono le attività, in primis quelle che si trovano nel centro commerciale della Vallescaja dove c’è chi è rimasto quasi illeso e chi ci ha rimesso un carico a sei cifre. Non risultano, invece, particolari danni a ponti o strade.

Riparbella

Danni che invece ci sono stati nella zona di Riparbella. Qui la provinciale 13 (via del Commercio) verso il paese è stata riaperta solo ieri pomeriggio. «È stato un lavoro enorme ripristinare la viabilità – ha spiegato il sindaco Salvatore Neri –. Questa strada è stata investita da circa 15 frane. Ringrazio la Provincia, la ditta Vanni Pierino per i mezzi e il ristorante La Nuova Melatina che ha offerto pranzo ai volontari». Ieri pomeriggio era invece sempre chiusa parte della ss 68 Salaiola, interessata da una frana. «I danni maggiori e più ingenti – spiega il sindaco – riguardano la viabilità. Alle Botre, per esempio, non c’è più il ponte». Per quanto riguarda le abitazioni, invece, «una ventina di case hanno riportato danni di vario tipo. Di cui quattro o cinque hanno avuto i garage completamente allagati». Danneggiato anche il frantoio di Terre dell’Etruria.

Montescudaio

Un’intera frazione del Comune di Montescudaio, invece, è finita sott’acqua. Al Fiorino, spiega il sindaco Loris Caprai «ci sono circa 60 case allagate. Il Comune provvederà a fare un censimento da inviare alla Regione per i danni subiti dai privati». Anche in questo caso è ancora presto per fare una stima precisa, ma si tratta comunque di danni ingenti non solo alle abitazioni, ma anche alle imprese. Il vivaio dei fratelli Pallecchi, per esempio, è andato quasi completamente distrutto.

Le Badie

Alle Badie, d’altra parte, le case colpite dalla piena del torrente esondato sono state una trentina. Più un paio a Castellina. E le operazioni di rimozione del fango sono andate avanti anche ieri. «C’è una coppia di sfollati – spiega Giari – a cui abbiamo provveduto a fornire una sistemazione provvisoria. Ora speriamo che ci venga riconosciuto lo stato di calamità naturale».

Santa Luce

A Santa Luce la situazione, costantemente monitorata dalla sindaca Giamila Carli, è tornata pian piano alla normalità «con operai e forestali a lavorare per mettere in sicurezza il territorio, i dipendenti comunali a tenere le fila della situazione e i volontari sul campo». La diga, lo ricordiamo, non ha presentato criticità, così come problemi particolari non si sono registrati nel territorio comunale di Rosignano.

Rosignano

Qui il rischio maggiore – come ha spiegato il sindaco Claudio Marabotti che ha seguito di persona l’evolversi degli eventi – poteva derivare dalla possibile apertura degli scaricatori di piena della diga di Santa Luce che sbarra il corso del Fine. Il livello del bacino artificiale, realizzato alla fine degli anni Cinquanta, si è fermato appena due centimetri sotto il livello oltre i quale, appunto, è necessario aprire la diga. Per quanto riguarda il torrente Tripesce, nella zona vicina allo sbocco a mare sono stati registrati alcuni piccoli e circoscritti allagamenti. Per precauzione sono state quindi temporaneamente chiuse la via del Novanta in località Mazzata e la vecchia via Aurelia nel tratto fra Vada e il ponte del Tripesce. Entrambe le strade, comunque, sono state riaperte al transito dei veicoli dopo poco.


 

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