Il Tirreno

Il caso

Vada, rombo dei bikers e musica: il motoraduno finisce in polemica

di Sabrina Chiellini
Vada, rombo dei bikers e musica: il motoraduno finisce in polemica

Un weekend di proteste a Vada dopo che alcuni residenti hanno chiesto l’intervento della Municipale mentre suonava una band (a volume basso)

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VADA. La polemica è esplosa in piena notte sui social e con un tam-tam di messaggi sulle chat e sui telefoni degli amministratori. Ma già dal tardo pomeriggio di sabato la polizia municipale di Rosignano aveva ricevuto le telefonate di alcuni cittadini preoccupati sia dal rombo delle moto dei partecipanti al motoraduno nazionaledei Bikers del Tirreno che dal volume della musica. I rumori, si sa, da tempo sono al centro dell’attenzione dei residenti, come dimostra il lungo contenzioso con il pub ristorante “I fichi secchi”, costretto più volte a ridurre l’attivitaà. Sabato in piazza Garibaldi a Vada era in programma l’esibizione del gruppo Il resto della Ciurma, tribute band di Vasco Rossi, che ha richiamato numerosi spettatori, evento organizzato sia dal motoclub Vada di cui è presidente Daniele Meucci che dalla Pro Loco di Vada. Autorizzazioni concesse fino alle 23, 30 come confermato dal sindaco, Daniele Donati e dalla comandante della polizia municipale, Dalida Cosimi. Durante la serata la Municipale ha invitato gli organizzatori prima ad abbassare la musica e poi a rispettare le autorizzazioni. C’era ancora gente quando Meucci è salito sul palco. Il suo sfogo è poi stato postato sui social anche se alcune ore dopo, ieri alle 9, lo stesso Meucci era pronto a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. Se da una parte c’è chi si lamenta per i rumori notturni, dall’altra c’è chi ricorda agli amministratori comunali che Vada vive di turismo. «È stato uno sfogo, dopo quattro mesi di lavoro per preparare l’evento mi è dispiaciuto vedere andare via le persone. Non ho offesso nessuno, c’era solo amarezza», spiega Meucci, invitato dallo stesso presidente della Pro Loco a non alzare polveroni. Ma ormai era tardi, lo stesso sindaco e la vicesindaca Licia Montagnani, partecipando al saluto ai motociclisti sulla in piazza Garibaldi e alla benedizione dei caschi, hanno spiegato che una soluzione andrà trovata per coniugare le esigenze dei residenti con la vocazione turistica del paese. La polizia municipale è intervenuta per verificare che gli orari indicati nelle autorizzazioni fossero rispettati, come è stato spiegato. Ma ormai le iniziative sulla piazza principale del paese sono diventate un caso, sebbene questa volta le proteste sarebbero arrivate da più residenti.


Reazioni

Sulla vicenda si registrano gli interventi di Rosignano nel cuore e del comitato SiAmoVada. «Vogliamo esprimere solidarietà al Motoclub Vada Bikers del Tirreno, alla pro loco Vada e a tutti i cittadini, residenti e turisti, che sabato sera alle 23. 30 si sono visti interrompere una bella manifestazione musicale, presumibilmente per le proteste di una o più persone infastidite dal “rumore” – afferma il gruppo consiliare – . Sì, perché nel Comune di Rosignano si parla di rumore e non di musica, si parla di responsabilità penale degli organizzatori, si parla di esposti. Non si parla di turismo, non si parla di eventi, né tantomeno di divertimento sicuro e fruibile per tutti. Solo pochi kilometri a sud tutto ciò non succede, e questo giustamente frustra le ambizioni degli operatori del settore turistico, degli artisti, dei commercianti, dei turisti, dei proprietari di seconde case e di tutti quelli che hanno a cuore lo sviluppo di questo Comune. Perché se è vero che esistono normative nazionali che determinano i limiti delle emissioni acustiche, è altrettanto vero che il Sindaco ha facoltà di autorizzare deroghe in occasione di eventi di rilevanza collettiva».

Il comitato

«Quanto avvenuto sabato 15 luglio in piazza a Vada ci lascia prima di tutto perplessi ed apre ad un ragionamento politico sul turismo: non entriamo nel merito specifico di ciò che è accaduto, perché comprendiamo che si è applicato quanto deliberato, ma il nostro vuole essere un incalzare l’amministrazione affinché si tutelino certi eventi e di conseguenza anche il turismo. La prima domanda che nasce spontanea è: perché nel nostro Comune, perché a Vada succede questo, quando nei comuni limitrofi non avviene? La legge di riferimento è nazionale, allora perché viene gestita in modo diverso rispetto agli altri comuni? È chiaro che di conseguenza il turista si sposta ed abbandona le nostre zone. Secondo, crediamo che la politica debba gestire la questione tecnica: a seguito di una programmazione di eventi, come avviene ogni anno, questi devono essere tutelati e garantiti nella loro piena funzionalità, anche perché da parte degli organizzatori comporta un dispendio sia di energie che economico. Leggere sui social vari tentativi di smarcarsi (il riferimento sembra agli amministratori locali) da quanto successo da componenti della maggioranza, dimostra l’incapacità di gestire, dimostra la debolezza di questa politica».

La vicensindaca

In giornata e dopo la presenza della mattinata a Vada la vicesindaca Montagnani ha affidato ai social la sua valutazione dei fatti. «Purtroppo finché persone chiameranno le forze dell’ordine anche in orari di prima serata lamentando suoni troppo elevati, le forze dell’ordine dovranno intervenire, controllare e chiedere di abbassare il volume nel rispetto di una legge che è una legge nazionale non comunale come spesso erroneamente viene detto». E ancora: «Il turismo deve essere capito ed aiutato in primis da chi abita il territorio, deve essere condivisa la voglia di stare insieme in una piazza in una sera d’estate ascoltando buona musica fino ad un orario molto ragionevole che in questo caso era le 23, 30 richiesto dalla Proloco come orario di chiusura e tutto era ben organizzato e funzionante». L’impegno: «Parleremo con le Proloco e vediamo di raccogliere firme per inviare una richiesta al ministero competente per provare ad avere una deroga almeno nella stagione estiva sui limiti dell’impatto acustico in quanto Comune definito turistico e che per questo ha vari oneri da versare allo Stato. È l’unica strada che possiamo percorrere oltre a sensibilizzare gli abitanti ed i turisti sulla necessità di avere intrattenimento sul territorio».

 

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