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Lorieri, il primo gol in un derby sentito. «Una cosa così non si scorda mai»

di Massimo Guidi

	Samuele Lorieri
Samuele Lorieri

Decisivo nel Pietrasanta che viaggia forte

30 gennaio 2024
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PIETRASANTA. Il primo gol tra i grandi non si dimentica mai. Se poi quel gol decide un derby con il Viareggio che il Pietrasanta non vinceva, lontano da casa, da ventotto anni e se oltretutto giochi da difensore, ecco che inevitabilmente Samuele Lorieri diventa per un giorno “el hombre del partido”.
Diciannove anni compiuti lo scorso dicembre, massese doc, si approccia con il calcio a sei anni incoraggiato da papà Danilo e dal nonno materno Mario Alberti.
Le prime maglie sono quelle di Apuania e Poggioletto, poi dopo gli anni con Carrarese e Massese l’approdo al Seravezza che all’inizio di questa stagione lo ha mandato in prestito al Pietrasanta. Tifoso dell’Inter mangiandosi con gli occhi Javier Zanetti. Come il suo idolo, Samuele gioca da terzino anche se il suo territorio di caccia è la corsia mancina, nonostante il suo piede forte sia il destro. Quando non gioca a pallone studia. È iscritto alla facoltà di Ingegneria ambientale e ha già dato tre esami per la gioia di mamma Simona, alla quale il calcio interessa il giusto.
Cosa ricorda dell’azione che ha portato al suo gol?
«C’è stata una rimessa laterale di Laucci per Tosi il quale mi ha pescato alla perfezione in area del Viareggio. Ho visto il portiere che mi veniva incontro ed ho pensato che per superarlo dovevo provare a fare un pallonetto. Ed è andata bene. Sono contento per me ma soprattutto per la squadra perché abbiamo vinto una partita importante, contro la capolista ancora imbattuta».
Durante la gestione di Bucci giocava da terzino sinistro nella difesa a quattro. Con Della Bona viene impiegato da “quinto” di centrocampo. Come si trova meglio?
«Non ho una preferenza particolare, anche se giocare nel 3-5-2 mi porta a giostrare più avanzato. È un ruolo nel quale mi trovo bene anche grazie all’aiuto dei miei compagni di squadra».
Chi sono quelli che la stanno aiutando maggiormente?
«Naturalmente i più esperti, a partire da Tosi che è uno spettacolo veder giocare. Poi Mengali, Genovali e Ghelardoni».
Quali problemi ci sono nel giocare a sinistra per un destro naturale?
«Devo dire che finora non ho incontrato difficoltà».
Cosa lo ha convinto in estate ad accettare il passaggio al Pietrasanta?
«Avevo avuto modo di parlare con ragazzi che avevano giocato a Pietrasanta e tutti mi avevano detto di stare tranquillo, perché approdavo in una società seria. La stessa cosa che mi avevano detto anche i dirigenti del Seravezza».
Come si è trovato durante la gestione Bucci?
«Bene perché è un bravo allenatore».
Cosa è cambiato per la squadra con l’arrivo di Della Bona?
«È un allenatore che sa farci capire molto bene quello che vuole da noi e ci sprona a fare sempre meglio attraverso il lavoro».
Cosa significa per un giovane come lei disputare un campionato con i grandi?
«È un bel salto rispetto alle categorie giovanili. Ti devi misurare con giocatori esperti, forti tecnicamente e di grande fisicità. Non è facile per un ragazzo che viene dalle giovanili, perché quando provi ad alzar un po’ la cresta c’è subito qualche avversario che te la fa abbassare».
Ha qualche episodio particolare da raccontare?
«Niente di grave. Rimangono pur sempre cose di campo».
Come riesce a conciliare lo studio con gli allenamenti?
«Frequento i corsi in una Università privata in via telematica e quindi riesco a far coincidere bene le due cose».
Quale ritiene sia il suo pregio migliore?
«Cerco sempre di essere umile ed allenarmi al massimo per arrivare a fare bene la domenica in campo».
E in cosa deve crescere?
«Ci sono tanti aspetti da migliorare. Uno su tutti quello di stare più lucido quando sono sotto pressione».
Spera di poter fare del calcio la sua professione?
«Come tutti i ragazzi della mia età un pensierino ce lo faccio Ma intanto penso anche a studiare, perché altrimenti la mamma si arrabbia».
Otto punti nelle ultime quattro partite: dove può arrivare la sua squadra?
«Ce la possiamo giocare per arrivare ai playoff perché siamo un gruppo forte ed unito. Credo che in questo girone di ritorno saremo una noia per tutti gli avversari che andremo ad affrontare».
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