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Il personaggio Ventuno anni ha esordito domenica

Un tiro mancino chiamato Fazzini. «Qui per crescere con il Viareggio»

di Massimo Guidi
Un tiro mancino chiamato Fazzini. «Qui per crescere con il Viareggio»

Il centrocampista arrivato dal Tau

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VIAREGGIO. Così come per il fratello Jacopo, che recentemente ha esordito in serie A con l’Empoli, anche per Tommaso Fazzini, 21 enne viareggino che domenica scorsa ha vestito per la prima volta la maglia della squadra della sua città, nonno Giorgio ex capitano non giocatore di Coppa Davis degli anni Sessanta avrebbe preferito un futuro da tennista. Ma Tommaso ha detto che con una racchetta in mano non si è mai trovato a suo agio. Meglio un campo da calcio o il rettangolo di sabbia del beach soccer dove si è tolto parecchie soddisfazioni vincendo il tricolore con l’under 20 del Viareggio e arrivando a vestire la maglia della Nazionale. Tifoso della Fiorentina, come tutta la famiglia Fazzini, ha iniziato a tirare i primi calci a sei anni nel Cgc Viareggio, poi le maglie di Capezzano, Tau Calcio e Real Forte Querceta collezionando presenze in serie D. Lo scorso anno il ritorno al Tau con il quale ha vinto il campionato di serie D: «È stata una bella sensazione perché è stata la prima volta in cui ho vinto un campionato importante». Poi in estate ha deciso di cedere alla corte del Viareggio che sta inserendo in rosa giovani locali di valore, come Fazzini e Luca Bertacca. Centrocampista tutto mancino con caratteristiche offensive, Tommaso può giocare sia da mezz’ala o attaccante, contro la Virtus Marina di Massa è entrato a inizio ripresa facendosi apprezzare per alcune accelerazioni con il pallone tra i piedi, sotto gli occhi attenti di mamma Daniela e papà Paolo.

Come è stata la prima volta con la maglia del Viareggio?

«Sono contento perché vestire la maglia della squadra della propria città è sempre un onore».

Perché hai scelto il Viareggio dopo avere vinto un campionato di Eccellenza con il Tau Calcio?

«Perché il Viareggio ha in programma di tornare in categorie più importanti e da viareggino mi piacerebbe essere protagonista della risalita. E poi perché mi dà la possibilità, da aprile a settembre, di potermi dedicare al beach soccer».

Nel quale sei diventato uno dei migliori interpreti a livello nazionale. Come è nato l’amore per questa disciplina?

«Mi è sempre piaciuta, fino da bimbetto quando andavo ad assistere le partite vedendo all’opera giocatori che hanno fatto la storia del beach soccer: Gori, Ramacciotti ed altri. E così inserendomi nel solco della tradizione che c’è nella nostra città ho iniziato a giocare nelle giovanili del Viareggio e mi sono sempre più appassionato».

Nel suo palmares uno scudetto giovanile col Viareggio ma soprattutto la Nazionale. Ti aspettavi di arrivare alla maglia azzurra?

«Quando ho iniziato a giocare non me lo sarei mai aspettato. E quando ho ricevuto la chiamato ho provato una grande emozione. Vestire la maglia della Nazionale è un onore in qualsiasi sport avvenga. Ancora più grande vista la folta colonia di giocatori viareggini».

Passare dai campi di sabbia a quelli in erba o sintetico ti crea qualche problema?

«Nessuno in particolare. Nel giro di una settimana riesci subito a riabituarti a fondi più duri rispetto a quelli di sabbia. Tieni presente che quasi tutti i giocatori di beach giocano a undici».

Per chi non ti conosce puoi descrivere le tue caratteristiche?

«Sono un centrocampista offensivo, tutto mancino, dotato di un buon tiro. Diciamo che dal centrocampo in su posso giocare in tutti i ruoli».

Come sei stato accolto nello spogliatoio del Viareggio?

«Bene anche perché conosco quasi tutti. È un bel gruppo e questo è un fattore importante per raggiungere traguardi importanti».

Che nel caso del Viareggio è quello di vincere questo campionato.

«Vincere non è mai facile ma ci proveremo. Non conosco questo campionato quindi non posso fare termini di paragone con altre squadre. Il Viareggio deve pensare solo a sé stesso e cercare di vincere più partite possibili».

La domanda su tuo fratello Jacopo è d’obbligo: cosa gli hai detto quando ha esordito in serie A?

«Una bella sorpresa perché non ce lo aspettavamo. Cosa gli ho detto? Che ero orgoglioso di lui».

Fuori dal calcio cosa fai?

«Studio. Sono iscritto a scienze motorie, ma cosa farò nel futuro non ci ho ancora pensato».

Un futuro che magari potrebbe riservarti di tornare a giocare in categorie superiori. A quello hai pensato?

«No. Cerco solo di impegnarmi anno per anno, poi staremo a vedere…. .».
 

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