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Chiude lo storico negozio Clevit, Tofanelli: «Me ne vado in pensione, ma se trovo qualcuno...»

di Giacomo Corsetti
Chiude lo storico negozio Clevit, Tofanelli: «Me ne vado in pensione, ma se trovo qualcuno...»

Un’attività commerciale punto di riferimento per Capezzano Pianore

27 febbraio 2024
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CAPEZZANO PIANORE. Un punto di riferimento del settore commerciale non solo per Capezzano Pianore ma per tutto il territorio di Camaiore e la Versilia. È il negozio Clevit, che ha deciso di chiudere i battenti nel corso della prossima primavera.

Una data precisa però anche non c’è, anche se il proprietario dell’attività, Antonio Tofanelli, assicura che avverrà sicuramente prima della prossima estate. «Ho cercato in questi anni – spiega Tofanelli – di mettere in risalto quelle che sono le caratteristiche di un negozio di vicinato, per esempio avere un rapporto stretto con i clienti e mettere in campo il massimo della professionalità, competenza, gentilezza e affidabilità. Il tutto tenendo testa anche alla grande distribuzione con cui ormai bisogna fare i conti».

Un negozio storico, Clevit, nato esattamente 70 anni fa, nel 1954, dal nome del padre di Tofanelli e posto proprio di fronte alla chiesa di Capezzano, la Parrocchia Nostra Signora del Sacro Cuore, lungo la via Sarzanese, nel centro di una delle località più popolate di Camaiore. Qui in tantissimi nel corso dei decenni hanno trovato i materiali più diversi, dalla merceria a maglieria, fino all'intimo e alla cartoleria. Un punto di riferimento andato avanti con passione, operosità e sacrificio. E allora perché la decisione di chiudere? Semplice, non c’è stato purtroppo un ricambio generazionale. «Questa decisione – spiega Antonio Tofanelli – l’ho diffusa con una piccola locandina, non dipende da questioni economiche, come spesso si è portati a pensare in questi casi. Sono già due anni che sono in pensione, ed è giusto che pensi a fare un altro tipo di vita, perché il commercio di oggi è veramente impegnativo. Costa tempo e sacrificio. Entri mezz’ora prima di aprire e te ne vai un’ora dopo aver chiuso. Non avevo nemmeno la possibilità del passato generazionale, avendo due figli che hanno studiato tanto e quindi hanno aperto il loro studio, figuriamoci insomma se vado a disturbarli con questo proposito. Noi – continua – abbiamo intimo, uomo-donna, e siamo affiliati con l’azienda Brugi. Un grande privilegio per me. C'è poi abbigliamento sportivo, trekking e altro ancora».

Questa chiusura quindi «non è dettata dal fatto che il negozio non funzioni – precisa ancora Tofanelli – questo tengo a dirlo perché non è la realtà. Ho visto che qualcuno sui social ha paventato questa cosa criticando l’amministrazione che non fa abbastanza, ma in questa mia decisione l’amministrazione non c’entra niente. Io vado in pensione, poi se trovo qualcuno che vuole continuare sono felice perché nel territorio resterebbe in piedi un negozio storico».

Gli interessati per il futuro in realtà non mancano: «Anche sabato scorso ho avuto un incontro con alcuni commercianti che sarebbero interessati a proseguire l’attività, in virtù del fatto che sanno che il negozio lavora. Bisogna però discuterne». Antonio non è solo in negozio, con sé ha tre dipendenti con cui, sottolinea, «ho già parlato da tempo di questa scelta, già dal giugno scorso, così da metterle in condizione di riflettere se fossero state interessate a proseguire ma nessuna è riuscita a mettere insieme il necessario per concretizzare l’idea».

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