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Massarosa, Giulia muore a 32 anni: «È stata trascurata dal medico, fate giustizia. Amava la vita e il suo bimbo»

di Simona Peselli
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Giulia Cagnolo è scomparsa dopo un tumore: denuncia dei familiari alla Procura «I medici non si sono accorti della sua malattia». L’Asl promette approfondimenti

24 dicembre 2023
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MASSAROSA. Era bella Giulia, innamorata della vita, del suo piccolino di tre anni e della sua famiglia. Era la principessa di papà Marcello. Giulia Cagnolo è morta a soli 32 anni il 4 ottobre, lasciando nello sconforto e nella disperazione parenti e amici e tutti coloro che la conoscevano, ma soprattutto rendendo orfano di madre un bambino dolcissimo.

Adesso i suoi genitori chiedono giustizia per Giulia. E lo fanno con una denuncia dettagliata che ripercorre il calvario della ragazza. «La sua malattia è stata trascurata fin dall’inizio – afferma disperato il padre Marcello Cagnolo – Quando ormai era troppo tardi, e siamo arrivati a Milano, le hanno detto: ma sei sicura che ti ha visitato un ginecologo? Tutto è cominciato quando Giulia è andata a fare una visita in gravidanza e le hanno diagnosticato il papilloma virus. Abbiamo saputo che per regola, quando questo accade, parte un iter particolare dell’Asl. Ma dopo non l’hanno più controllata».

Quando la ragazza ha partorito, continuano i familiari, la sua ginecologa l’avrebbe curata per una presunta “piaga”, così veniva definita all’ospedale Versilia, che man mano che passavano i mesi (come si vede dai documenti allegati alla denuncia) aumentava di volume.

«Non si parlava ancora di tumore – dice Marcello Cagnolo – mia figlia è stata trascurata. Lo scorso anno, proprio in questo periodo, Giulia ha cominciato a sentirsi male. Emorragie, lenzuoli pieni di sangue. La sua ginecologa continuava a dirle che si trattava di una piaga. Poi hanno parlato di un aborto spontaneo e volevano farle un raschiamento. E così all’ospedale Versilia hanno confermato che proprio di quello si era trattato».

Non si trattava affatto di un aborto spontaneo, ma di un male che se preso per tempo, avrebbe consentito di intervenire. «Come si fa a non vedere un tumore di otto centimetri – continua disperato Marcello – A Milano ci hanno detto che Giulia questo tumore lo aveva almeno da quattro anni. Addirittura all’ospedale le hanno chiesto: ma sei qui un’altra volta? Mia figlia ha risposto che stava male. Così abbiamo deciso di andare da un professore. Poi a Milano. Così è iniziato il nostro calvario. Radioterapia, chemioterapia, in sette mesi il brutto male se l’è presa».

Adesso di Giulia resta soltanto un cuore bianco di marmo e una tomba piena di fiori. «Ci hanno detto tutti che questa tragedia si poteva evitare – dice Marcello – Sono dell’avviso che se un tumore arriva bisogna prenderne coscienza, ma in questo caso si poteva veramente salvarla. È morta una ragazza di 32 anni. Non abbiamo più pace, il nostro dolore è terribile. Mia figlia faceva l’estetista a Viareggio, era così felice di aver finito di pagare il mutuo. Era amata da tutti».

Il giorno del suo funerale c’era una folla per darle l’ultimo saluto. «Era generosa la mia Giulia, sempre a disposizione di tutti, un angelo in terra – continua Marcello – È uno strazio. Fino all’ultimo istante ha continuato a chiedere ai medici di farle qualsiasi cosa, e di permetterle di stare vicino a suo figlio. Di vederlo crescere. Non lo voleva lasciare. Il bambino adesso guarda il cielo e le manda i baci e la saluta con la manina, dice che la sua mamma adesso è insieme agli angeli».

I genitori di Giulia, tramite gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, chiedono giustizia e che venga fatta luce sulla morte della giovane. «Sarà la Procura a valutare se ci siano profili di responsabilità nel decesso di Giulia e a chi dovranno essere attribuiti. Se qualcuno ha sbagliato, ne dovrà rispondere nelle opportune sedi giudiziarie», concludono i legali. L’Asl, contattata dal Tirreno, rende noto che verranno fatti approfondimenti sulla vicenda.
 

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