Strage di Viareggio, presidio di 32 ore davanti al tribunale di Firenze: «Abbiamo bisogno di giustizia» – Video
La manifestazione a pochi giorni dall’inizio del processo-bis in Corte di Cassazione previsto per il 4 dicembre: «Lo Stato deve garantire la pena che è stata inflitta dopo 4 sentenze da 14 giudici»
VIAREGGIO. Un presidio di 32 ore davanti al tribunale di Firenze, come 32 sono state le vittime della strage del 29 giugno del 2009. Il processo-bis in Corte di Cassazione per la strage di Viareggio inizierà il 4 dicembre: i difensori degli imputati di Ferrovie e delle sue imprese chiedono un rinvio alla Corte Costituzionale.
Ma intanto da stamani è cominciata la manifestazione organizzata insieme ad Assemblea 29 giugno con i partecipanti che hanno annunciato che passeranno la notte lì. «Non si scherza sulla strage di Viareggio», ha detto Daniela Rombi, vice presidente dell’associazione dei familiari delle vittime. Rombi e la sua famiglia hanno perso, quella maledetta notte, Emanuela, 21 anni e 40 giorni di agonia per le ustioni subite. «Si appellano addirittura alla Costituzione per usufruire della prescrizione – ha anche aggiunto Rombi – erano già andati in prescrizione i reati di lesioni gravi e gravissime, di incendio colposo, di omicidio colposo, e adesso vorrebbero che andasse in prescrizione anche il reato di disastro ferroviario. La prescrizione davanti a reati come la strage di Viareggio è un mostro giuridico e disumano nei confronti delle vittime, di noi familiari e di tutti i cittadini onesti di questo Paese. Il dolore nostro e di Viareggio non andrà mai in prescrizione».
Appesi al cancello del tribunale gli striscioni con le foto delle vittime: “La giustizia non si compra, si pretende”, si legge. Sulle pettorine gialle che indossano i partecipanti la scritta: “No alla prescrizione per Viareggio”. I familiari delle vittime si sono anche organizzati per essere presenti alla prima udienza in Cassazione con un pullman che partirà da Viareggio e che farà tappa a Firenze. «Abbiamo bisogno di giustizia – una giustizia che dopo 14 anni e mezzo è difficile poter chiamare così. Le condanne si sono nel tempo assottigliate, questo processo è stato svuotato piano piano. Siamo arrivati a condanne di 5-6 anni per la morte di 32 persone. Non possiamo sopportare l’impunità. Stasera i nostri figli a casa non tornano. Lo Stato deve garantire la pena che è stata inflitta dopo 4 sentenze da 14 giudici».