Il Tirreno

VIAREGGIO. È scomparso a 92 anni Guido Giannecchini, medico per venti anni nel reparto di otorinolaringoiatria all’ex ospedale Tabarracci ma anche e soprattutto medico dello sport. Aveva conseguito a Chieri la specializzazione che lo aveva portato a essere il medico degli sportivi: lui che è stato tifoso da sempre del Viareggio. Per Giannecchini essere medico sociale del club calcistico è stata una missione, che ha portato avanti con abnegazione e generosità: i suoi giocatori erano tutto e venivano prima di tutto, anche prima dell’interesse personale.

Giannecchini ha attraversato oltre mezzo secolo di storia dello sport viareggino. A partire dal 1965, appena fresco di laurea in medicina, e fino a pochi anni fa il dottore, per tutti il “Chini”, ha vissuto – come forse nessun altro – ogni singola pagina della storia delle zebre. Ogni domenica per oltre cinquanta anni è stato lì, al suo posto, in panchina al fianco di allenatori famosi e meno famosi fino a quando la salute glielo ha permesso.

Personaggio schietto, sempre pronto a coprire qualche “marachella” dei suoi ragazzi che in lui trovavano quasi sempre una sicura sponda, era apprezzato dallo spogliatoio, oltre che per la sua professionalità anche per lo spirito tipicamente viareggino che lo portava ad organizzare scherzi che servivano a tenere allegra la truppa nei noiosi ritiri del sabato sera... soprattutto all’epoca di quello che lui riteneva il “suo” Viareggio, quello dell’inizio degli Anni Settanta, in cui aveva trovato terreno fertile con altri burloni come Riccomini (che ci ha lasciato pochi giorni fa), Cavallito e Giampaglia.

Tanti gli aneddoti che raccontava con il solito entusiasmo anche se il più gettonato era quello relativo al bagno fuori stagione di un giocatore bianconero: «Eravamo in ritiro a Riccione e durante una passeggiata spingemmo in mare Palazzese che si professava nuotatore provetto. Ma non era vero e toccò a Giampaglia tuffarsi per evitare che affogasse».

La notizia della sua scomparsa ieri ha fatto rapidamente il giro della città: e sono stati in tanti a inviare messaggi e a rispolverare ricordi: c’è, per esempio, chi rammenta la sua abitudine di recarsi al bagno Nettuno a giocare a carte, d’inverno, con gli amici di sempre.

Non si tirava mai indietro il dottor Guido: per chiunque avesse bisogno, lui c’era e metteva la sua professionalità e le sue competenze al servizio di tutti. Da qualche tempo conduceva una vita abbastanza ritirata, a casa, con la moglie Stefania, che lascia insieme ai figli Debora, Andrea, Vanessa e i nipoti Elena e Mattia.

«Sabato sera lo abbiamo portato all’ospedale Versilia – dice la figlia Debora – perché era stato contagiato dal Covid e non stava bene. Non credevamo potesse essere questo l’epilogo, e invece domenica notte non ce l’ha fatta». Un abbraccio alla famiglia arriva anche dal dottor Enrico Petri.

La notizia della scomparsa del “Chini” grazie anche ai social media ha fatto ben presto anche il giro d’Italia. Sulla pagina Facebook di “Orgoglio Bianconero” sportivi, ex giocatori e addetti ai lavori hanno voluto esprimere la vicinanza alla famiglia. E anche il “suo” Viareggio attraverso la pagina Facebook ha ricordato il “suo” dottore. Che probabilmente sarà già arrivato lassù accolto da Riccomini, Giampaglia, Torioni, Coscetti pronti a preparare con lui qualche scherzo per il malcapitato di turno, come loro abitudine. La salma è esposta alla casa funeraria Ferrante in via Fratelli Cervi, il funerale è fissato per martedì 9 agosto alle 14, 30 alla chiesa di Sant’Antonio.

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