Torre del Lago, l'avvocato di padre e figlio: «In 17 anni ha subìto 50 Tso. Ecco il motivo di quella ferocia»
Il difensore dopo l’interrogatorio di garanzia degli indagati: «Entrambi hanno risposto alle domande del giudice e hanno chiarito i loro ruoli»
22 gennaio 2022 Federico Lazzotti
Viareggio. C’è anche un’altra storia da raccontare per spiegare la giornata di follia andata in scena a Torre del Lago mercoledì 19 gennaio e finita con l’irruzione dei Nocs, il nucleo speciale della polizia. È una storia di sofferenze psicologiche lunghe diciassette anni. Praticamente una vita. Fatta di problemi, frustrazioni. E dolore. A raccontarla, al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Riccardo Nerucci, è l’avvocato Gianluigi Coletta, difensore del quarantaquattrenne e del padre novantanne, arrestati con l’accusa di tentato omicidio in concorso, detenzione illegale di armi e resistenza dopo essersi asserragliati nella propria abitazione di via Boheme e aver sparato due colpi di pistola che hanno ferito un vigile del fuoco.
«Il mio cliente – spiega l’avvocato – è in cura psichiatrica da quando aveva 27 anni. Da quel momento in poi ha subito cinquanta trattamenti sanitari obbligatori». Praticamente si parla di tre all’anno. Il legale prova a spiegare cosa significa questo per un paziente. «Ti prendono da casa e ti portano via con la forza. Qualche volta ti legano, ti infilano un ago nel braccio e ti fanno stare su un lettino per una settimana dentro a un reparto. In questo contesto – va avanti – forse è difficile non diventare feroci».
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