Il Tirreno

Matteotti: 'Io protesto!', il discorso alla Camera del 30 maggio '24 tra urla e intimidazioni in aula

30 maggio 2024
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Roma, 30 mag (Adnkronos) - "Io protesto!". Lo stenografico della seduta della Camera dei deputati del 30 maggio del 1924 restituisce integralmente la forza del discorso di Giacomo Matteotti in aula, l'ultimo. E fa capire bene in che contesto il deputato socialista denuncia apertamente le violenze fasciste in occasioni delle elezioni i risultati delle elezioni del 6 aprile, contestandone il risultato. Gli atti della Camera riportano 'interruzioni', 'proteste', 'vivi commenti' di continuo, con i deputati di destra e di centro che urlano a Matteotti di tutto, compreso un 'vai in Russia!'. "Io chiedo di parlare non prudentemente, né imprudentemente, ma parlamentarmente!", tiene il punto Matteotti di fronte alle proteste che tentano di subissare le sue parole. Ma cosa denuncia l'esponente socialista quel 30 maggio del '24? "Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità della elezione della maggioranza", chiarisce subito tra i 'rumori vivissimi' (da stenografico). "Il governo avrebbe mantenuto il potere con la forza", dice Matteotti mentre 'voci da destra' in aula urlano: "Sì, sì! Noi abbiamo fatto la guerra!", tra gli applausi. "Codesti vostri applausi sono la conferma precisa della fondatezza dei mio ragionamento (...) nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà", riprende a fatica Matteotti. (Adnkronos) - "Ciascun cittadino sapeva a priori che, se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso", argomento Matteotti che subisce l'ennesima interruzione. Farinacci replica: "Potevate fare la rivoluzione!". E Maraviglia incalza: "Sarebbero stati due milioni di eroi!". Quando Matteotti accenna alla "milizia armata" scattano gli 'applausi vivissimi e prolungati a destra', grida 'Viva la milizia' e 'voci a destra 'Vi scotta la milizia!" (da stenografico). Bastianini urla a Matteotti: "Questo lo dice lei!". Ed è qui che il deputato socialista comincia a elencare i fatti: "Se l'onorevole Gonzales dovette passare 8 giorni a letto, vuol dire che si è ferito da solo, non fu bastonato. L'onorevole Gonzales, che è uno studioso di San Francesco, si è forse autoflagellato!", dice tra l'altro. E Teruzzi replica: "È ora di finirla con queste falsità". "L'onorevole Piccinini fu assassinato nella sua casa, per avere accettata la candidatura nonostante prevedesse quale sarebbe stato per essere il destino suo all'indomani", prosegue ancora Matteotti. Gli altri candidati "non solo non potevano circolare, ma molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che rimase al suo posto, ne vide poco dopo le conseguenze. Molti non accettarono la candidatura, perché sapevano che accettare la candidatura voleva dire non aver più lavoro l'indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all'estero", spiega il deputato socialista. (Adnkronos) - Matteotti elenca anche una serie di trucchi utilizzati in quelle elezioni, come quella che definisce "la regola del tre" per cui "i fascisti consegnavano agli elettori un bollettino contenente tre numeri o tre nomi, secondo i luoghi ('interruzioni'), variamente alternati in maniera che tutte le combinazioni, cioè tutti gli elettori di ciascuna sezione, uno per uno, potessero essere controllati e riconosciuti personalmente nel loro voto". Oppure, "i certificati furono raccolti e affidati a gruppi di individui, i quali si recavano alle sezioni elettorali per votare con diverso nome". Qui, sempre seguendo lo stenografico, il clima in aula a Montecitorio diventa sempre più teso: "Per voi ci vuole il domicilio coatto e non il Parlamento!" e "Vada in Russia!", sono alcuni commenti riportati contro Matteotti. Questo non impedisce al deputato socialista di concludere: "Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l'intima essenza, la ragione morale della Nazione", rimarca. "Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l'opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro".
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