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Tempi di attesa nelle operazioni portuali: «Un accordo di programma nazionale»

di Maurizio Campogiani

	(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Assinterminal sollecita un intervento da parte della Conferenza dei presidenti delle Autorità di sistema portuale

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Un accordo di programma nazionale, coordinato dalla conferenza dei Presidenti delle Adsp, che tenda a migliorare, anche attraverso una digitalizzazione uniforme dei Port Community System, l’efficientamento dei flussi di import-export che transitano dagli scali marittimi, valorizzando così i processi di digitalizzazione in essere e il dialogo con gli operatori, in primis i terminalisti, ma anche con l’Agenzia delle Dogane. È la proposta che viene avanzata da Assinterminal, l’associazione nazionale dei terminalisti, alla luce dei chiarimenti sulla nuova normativa arrivati nei giorni scorsi dal ministero competente.

«La recente nota a firma del Capo Dipartimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dottor Riazzola, sull’applicazione delle franchigie e elativi indennizzi a garanzia della continuità del servizio di autotrasporto – dichiara Tomaso Cognolato, presidente di Assiterminal – chiarisce inequivocabilmente che i 90 minuti di franchigia si applicano solo ai tempi di attesa e non comprendono il tempo materiale impiegato per caricare o scaricare la merce, come richiesto e indicato anche da Assiterminal nel corso delle interlocuzioni con il Ministero».

Secondo l’associazione, sul tema in questi mesi alcune sigle rappresentanti il mondo dell’autotrasporto avevano fornito indicazioni diverse ai loro associati creando confusione e potenziali contenziosi, mentre ampia parte del cluster logistico si era posta come obiettivo quello di concentrarsi sull’efficientamento della filiera e del rapporto committente-vettore cercando di non alimentare contrapposizioni.

«La valorizzazione del contratto di trasposto come richiamato dal decreto legislativo 286/2005, da cui l’operatore terminal o impresa portuale è escluso – precisa il direttore di Assiterminal Alessandro Ferrari – è un ulteriore elemento di chiarezza».

Di qui, la richiesta di intervento da parte della Conferenza dei Presidenti delle Adsp. «Restano ancora alcune questioni irrisolte – aggiunge Ferrari – quali ad esempio il perché il vettore marittimo non sia mai richiamato in questo contesto come parte della filiera logistica anche quando scarica a terra decine di migliaia di contenitori, l’alea del diritto di rivalsa nonché la relazione tra port/congestion fee e la regolamentazione delle attese come richiamate dal decreto infrastrutture: su alcuni di questi temi abbiamo ovviamente chiesto un parere legale da fornire ai nostri associati».

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