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Virus del Nilo in Italia, i sintomi e dove sta circolando di più la malattia trasmessa dalle zanzare: la mappa e i rischi


	Il virus si trasmette con la puntura delle zanzare
Il virus si trasmette con la puntura delle zanzare

I sintomi compaiono solitamente tra 2 e 14 giorni dopo la puntura della zanzara infetta, appartenente in genere al genere Culex

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In Italia torna a destare preoccupazione il virus del Nilo occidentale (West Nile Virus, WNV), trasmesso all’uomo tramite la puntura di zanzare infette. L’infezione può manifestarsi con sintomi quali febbre, mal di testa, nausea e stanchezza, ma in casi più gravi può evolvere in encefalite, una condizione neurologica grave che può risultare fatale. Nel 2025 il virus è stato segnalato in 15 province di sei diverse regioni italiane, incluso il Lazio, dove a luglio sono stati registrati sette casi, tra cui il decesso di una donna di 82 anni a Fondi (Latina). Oltre al Lazio, la presenza del virus è stata confermata in Sardegna, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, zone già colpite negli anni precedenti.

Come si manifesta l’infezione da West Nile Virus

La maggior parte delle persone contagiate (circa l’80%) non sviluppa sintomi evidenti. Nel restante 20% dei casi, l’infezione può presentarsi con disturbi lievi simili a quelli influenzali, come febbre, mal di testa, nausea, vomito, dolori muscolari e stanchezza, generalmente risolvendosi spontaneamente in pochi giorni. I sintomi compaiono solitamente tra 2 e 14 giorni dopo la puntura della zanzara infetta, appartenente in genere al genere Culex. Le persone più vulnerabili – anziani, immunodepressi o affetti da patologie croniche come diabete e ipertensione – rischiano forme più gravi della malattia. Nei casi più rari, meno dell’1%, possono svilupparsi sintomi severi quali febbre alta, confusione, tremori, disturbi visivi, paralisi e coma, con possibili complicazioni neurologiche anche letali.

(Nella mappa: in rosso le province a dimostrata circolazione del virus nell’uomo e nell’animale/vettore; in arancione le province a dimostrata circolazione del virus solo nell’uomo; in giallo le province a dimostrata circolazione del virus solo nell’animale/vettore)

Distribuzione geografica del virus in Italia nel 2025

Da inizio anno, sono stati rilevati casi umani e di infezione virale in animali e zanzare in 15 province italiane. Nel Lazio, in particolare, sono stati confermati sette casi di infezione umana, con quattro uomini e due donne oltre alla donna deceduta nella provincia di Latina. Altri casi sono stati riportati in Emilia-Romagna (provincia di Modena) e Piemonte (provincia di Novara), con forme neuro-invasive della malattia. Oltre ai casi umani, la presenza del virus è stata confermata anche tramite sorveglianza su vettori animali e zanzare in diverse province di Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto e Sardegna.

Perché il West Nile Virus rappresenta un problema in Italia

Il West Nile Virus è presente in Italia dal 1998, ma è a partire dal 2008 che si è confermata la sua circolazione stabile in zanzare, uccelli e mammiferi, con una diffusione particolarmente rilevante nell’area del fiume Po. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento significativo dei casi, con un incremento dovuto anche ai cambiamenti climatici che favoriscono la proliferazione delle zanzare vettori. Il rischio maggiore di contagio si registra tra luglio e settembre, periodo di maggiore attività delle zanzare, mentre nei mesi più freddi il virus può persistere nelle zanzare che svernano in ambienti chiusi.

Misure di prevenzione e situazione attuale

Per limitare la diffusione del virus e proteggersi dalle punture di zanzara, le autorità sanitarie consigliano di adottare precauzioni come l’uso di repellenti, l’installazione di zanzariere e la rimozione di ristagni d’acqua. Nonostante gli sforzi di disinfestazione, il virus rimane endemico in molte regioni italiane. Nel solo 2024, sono stati segnalati 460 casi di infezione umana, di cui 272 con forme neuro-invasive, e 20 decessi, a testimonianza della persistente minaccia rappresentata dal virus del Nilo occidentale nel nostro Paese.

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