Il Tirreno

Toscana

L'indagine

Toscana, per la prima volta diminuiscono i lavoratori stranieri. Le possibili cause

di Francesco Paletti
Toscana, per la prima volta diminuiscono i lavoratori stranieri. Le possibili cause

E spunta il paradosso dei 9mila occupati “scomparsi”

10 novembre 2024
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Nove mila in meno. Ma un’azienda su sei parla straniero. In Toscana, nel 2023, i lavoratori migranti sono diminuiti. Almeno quelli assunti regolarmente. E il calo è doppiamente rilevante: in primo luogo perché è una diminuzione, certo non imponente ma neppure marginale, se è vero che gli occupati sono scesi dal 4,4%, passano dai 203mila del 2022 ai 194mila dell’anno successivo. Soprattutto, però, è significativa perché si tratta della prima volta, negli ultimi 16 anni, in cui nelle rilevazioni Istat sulla forza lavoro il dato sull’andamento degli occupati non italiani nei settori produttivi della regione è accompagnato da un segno negativo. È uno dei dati toscani del Dossier Immigrazione Idos 2024, presentato nei giorni scorsi nella sede della Cgil regionale e in contemporanea in tutte le altre regioni d’Italia, anche sul punto specifico i redattori del capitolo dedicato alla Toscana, vanno cauti, quel dato quasi lo sussurrano.


I dati


Innanzitutto, «proprio perché è una novità molto importante e dobbiamo capire se si tratta di fenomeno contingente e limitato oppure di una vere e propria inversione di tendenza, cosa che avrebbe implicazioni profonde anche in termini di politiche di accoglienza e d’inclusione» spiegano. E poi perché quel segno negativo è accompagnato dai dati di altri due indicatori tipici del mercato del lavoro del lavoro che, esprimono invece una tendenza al miglioramento, sia pure lieve – continuano i ricercatori -: il tasso di disoccupazione dei cittadini stranieri, infatti, anche nel 2023 ha continuato ad abbassarsi, scendendo all’11, 1% rispetto al 12, 1% dell’anno precedente. E migliora leggermente pure quello di occupazione, dato dal rapporto fra i migranti in cerca di un’occupazione appunto e la forza lavoro straniera complessiva, che passa dal 62, 8% al 63, 2%». Ma per Gessica Beneforti, responsabile per le politiche dell’immigrazione della Cgil, quel dato è non solo preoccupante, ma anche verosimile e «probabilmente è collegato ai molteplici fronti di crisi occupazionale che interessano pure la Toscana: penso a tutto il comparto della moda, ma anche all’automotiv, settori in cui l’apporto della manodopera straniera è molto rilevante e che, probabilmente, ha risentito del protrarsi delle situazioni di grave difficoltà che, peraltro, si stanno prolungate anche a tutto il 2024».


Il paradosso

Uno degli apparenti paradossi dell’immigrazione in Toscana di cui dà conto il Dossier, però, è che i lavoratori migranti sono diminuiti, mentre tutto il resto, o quasi, nel 2023 è aumentato. A cominciare dalla presenza straniera regolare complessiva che, dopo un biennio di sostanziale stasi, è tornati a crescere: gli immigrati residenti nel territorio regionale, infatti, sono 429. 864, il 3, 5% in più rispetto ai 415. 190 del 2023. «Ma sarebbe quantomeno fuorviante concluderne che la Toscana stia ritrovando almeno una parte della capacità attrattiva del primo decennio degli anni Duemila, periodo in cui si è assistito a incrementi quasi sempre in doppia cifra: anzi, dato alla mano sembrerebbe che l’aumento sia dovuto principalmente ad una maggiore propensione al radicamento territoriale delle famiglie “toscane”». Anche in questo caso i numeri sono eloquenti: è vero, infatti, che nel 2023 gli immigrati arrivati da altre regioni o dall’estero sono stati ben 24. 979, un dato sì consistente, ma superiore di solo il 4, 8% a quello del 2022, corrispondente a 1. 150 immigrati in più che hanno scelto di trasferirsi Toscana.
 

Restare o partire


Gli stranieri che, invece, hanno scelto di andarsene sono stati molto meno rispetto all’anno precedente: 24. 576, pari al -38, 3% rispetto ai 39. 817 del 2022. Traduzione: «Vuol dire che sono state molte di più le famiglie migranti che hanno ritenuto migliore per loro restare e proseguire il percorso d’inclusione nel territorio regionale, piuttosto che ripartire e andare a cercare fortuna altrove» sottolineano i redattori del rapporto. In ogni caso la Toscana rimane una delle grandi terre d’immigrazione d’Italia e d’Europa e quella di origine straniera è, ormai da tempo, una componente strutturale della popolazione regionale: ogni 100 toscani residenti, infatti, dodici sono migranti (11, 7%) , una percentuale ampiamente superiore alla media nazionale che si ferma al 9%.


Scuola


Tornano a crescere, però, anche gli studenti di origine straniera, anche se in misura molto più timida che a livello italiano: in Toscana, infatti, sono aumentati dell’1,8%, passando dai 71. 474 a 72. 769 nell’arco di dodici mesi, contro il +4,9% realizzato a livello nazionale. Però, dettaglio non secondario, gli alunni immigrati aumentano a fronte di una diminuzione complessiva della popolazione studentesca che, nel 2023, è calata di un ulteriore 1,4%, la diminuzione più intensa al 2016/2017.
 

Imprese


Continuano a ad aumentare pure le imprese con titolare migrante. Alla fine del 2023 erano 62. 775, circa un decimo (9,5%) delle aziende italiane guidate da un cittadino straniero. Su tutte svetta Prato che, con il 33,2%, si pone, non solo sopra a tutte le province toscane, ma anche in testa alla graduatoria nazionale, seguita a distanza Firenze (18,7%) . Ancora più interessanti, però, i dati diffusi ieri dalla Cgia di Mestre che danno conto della vivacità dell’imprenditoria migrante in tutti i territori negli ultimi dieci anni. Vero, infatti, che si guardano i dati in valore assoluto, rispetto al 2023 la provincia che ha realizzato l’aumento maggiore è quella di Firenze (+4.006) , seguita da Prato (+2.640) e Arezzo (+1.534) . La graduatoria, però, cambia in modo significativo se si prendono in considerazione gli incrementi percentuali che evidenziano in modo nitido l’impennata d’imprenditori stranieri nel territorio grossetano (+53,3%) , ma anche la crescita esponenziale sì della “solita” Prato (30,2%) , ma ancor di più di Livorno (+38,3%) , Pistoia (+37,7%) e Arezzo (+36,6%) . Questo continuo aumento si accompagna alla tendenza discendente delle imprese con titolare italiano, che dal 2018 al 2023 sono diminuite del 6,5%. «La combinazione di questi due fenomeni fa sì che oggi quasi 16 imprese su cento abbiano titolare immigrato», spiegano i ricercatori di Idos. Praticamente un’azienda toscana su sei è guidata da un imprenditore straniero.

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