Tpl
Senza norme nazionali sul caro materiali costretti a fermare i lavori
Correttivo al codice degli appalti: l’appello del presidente di Ance Toscana, Rossano Massai
Ecco una delle riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di giovedì martedì 29 ottobre, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.
*di Rossano Massai
Illustri parlamentari toscani, la diffusione nei giorni scorsi dello schema di decreto legislativo “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36” ha creato sconcerto in seno al nostro comparto, nel non vedere risolti alcuni dei temi chiave per la salvaguardia e lo sviluppo del settore che più volte, in questi mesi, la nostra Associazione nazionale costruttori – Ance ha ribadito al tavolo di confronto con il Ministero. Mi riferisco in particolare alla “Revisione prezzi” e al fatto che la modifica all’articolo 60 del Codice appalti va nella direzione contraria a quella che è stata chiesta da Ance, prevedendo un meccanismo che riconosce l’aumento dei costi sostenuti dall’impresa soltanto nella misura dell’80% della variazione, decurtata di 5 punti percentuali.
La norma, rivista nella sua formulazione iniziale, è sempre stata interpretata da Ance nel senso che il 5% fosse una soglia che facesse scattare il meccanismo di revisione e che l’80% dell’aumento, quindi, si calcolasse sull’intero importo; soltanto in questo senso infatti la norma, comunque restrittiva, avrebbe avuto un effetto realmente revisionale. La nuova versione dell’articolo 60, invece, introducendo una sorta di franchigia del 5%, si traduce in un meccanismo che non lascia margini significativi di recupero degli aumenti subiti, anche in una condizione di normale inflazione. Se a questo si accompagna la mancata proroga del decreto legge Aiuti, misura in scadenza a fine anno che consente alle imprese di recuperare gli aumenti eccezionali subiti dai prezzi dei materiali per gli appalti avviati nel periodo pre-pandemia e ancora in corso, lo scenario che si prospetta è desolante in quanto senza risorse i cantieri pubblici non potranno far altro che fermarsi.
Vi chiedo, pertanto, di fare tutto quanto necessario, nel tempo ancora a disposizione, da un lato per intervenire sull’articolo 60 così novellato nel senso sopra detto e, dall’altro, per garantire la proroga anche per il 2025 delle misure di ristoro del decreto legge Aiuti, al fine di trovare soluzioni equilibrate che non penalizzino le imprese e garantiscano la regolarità dei lavori sul territorio, soprattutto in questa delicata fase di attuazione del Pnrr. Sottolineo, infine, che la mancata previsione di meccanismi efficaci di neutralizzazione dell’aumento di costi non previsti a cui le imprese sono esposte nel corso dell’appalto denota una preoccupante mancanza di strategia politica nel considerare il contributo che il settore delle costruzioni può e deve dare al miglioramento infrastrutturale e urbanistico del Paese nel post Pnrr, periodo che richiederà un approccio programmatico alle risorse da investire da preparare già ora. Certi della vostra attenzione, resto personalmente a disposizione per ogni approfondimento necessario.
*Presidente di Ance Toscana