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Arte o pornografia? In Toscana la mostra che fa discutere: dove si trovano le opere e quando è possibile vederle

di Paolo Nencioni

	Una delle opere in mostra
Una delle opere in mostra

Si tratta del frutto dell’espressione artistica di Louis Fratino, astro nascente dell’arte contemporanea statunitense

24 settembre 2024
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Ma questa è arte oppure pornografia? La domanda aleggia intorno a certe opere da più di 150 anni, da quando Gustave Courbet dipinse nel 1866 “L’origine del mondo” mettendo in primo piano una vagina. Ora quel quadro è esposto al Museo d’Orsay di Parigi e non scandalizza più nessuno. Potrebbero scandalizzare qualcuno, invece, alcune opere di Louis Fratino, astro nascente dell’arte contemporanea statunitense, che da giovedì 26 settembre e fino al 2 febbraio saranno esposte al Museo Pecci di Prato.

Le opere che fanno discutere

Nella cartella stampa della mostra “Satura” la galleria delle immagini è molto “purgata” ma chi ha visto oggi, 24 settembre, l’intera esposizione in anteprima non ha potuto fare a meno di notare alcune opere oggettivamente “forti”: una serie di penetrazioni anali riprodotte con una tecnica realistica che – dicono quelli bravi – rimanda a De Pisis, Mafai, Nivola, o Carrà, ma che ha costretto la direzione del museo a piazzare in bella vista qualche cartello per evitare spiacevoli e involontarie sorprese: “La mostra contiene immagini sessualmente esplicite, pertanto si consiglia la visione a un pubblico adulto”, come davanti ai vecchi cinema a luci rosse che non esistono più. Era da almeno trent’anni, dai tempi della mostra delle foto di Robert Mapplethorpe nel 1993, anche quelle sessualmente esplicite su sfondo omosessuale, come i quadri di Fratino, che il Museo Pecci non esponeva opere così divisive. I peni di Mapplethorpe, morto alcuni anni prima di Aids, fecero un po’ di scandalo. Potrebbe accadere la stessa cosa anche per Fratino, e chissà che per il Pecci alla fine non sia un bene, visto che il museo di arte contemporanea non brilla per numero di visitatori e sta in piedi solo grazie alle generose elargizioni di soldi pubblici. Dunque, nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli.

Non adatte ai bambini

Qui, in fondo, non si tratta di omosessualità o eterosessualità, perché farebbero alzare qualche sopracciglio anche esplicite rappresentazioni di rapporti sessuali etero, ma d’altronde le sale espositive del Pecci non sono un posto per bambini. Quelli stanno al piano di sotto quando periodicamente vengono organizzati i laboratori per i più piccoli. E la sensibilità verso certe immagini varia enormemente a seconda dell’estrazione sociale, della religione e della cultura di provenienza; basti pensare alla visita in Italia che nel 2016 fece l’allora presidente iraniano Hassan Rohuani, durante la quale furono coperte con pannelli bianchi le statue ai Musei Capitolini perché mostravano corpi nudi. Capitasse nei prossimi giorni al Pecci, Rohuani avrebbe la tentazione di ordinare che venga raso al suolo. Sbaglierebbe, ovviamente, perché l’arte funziona se riesce a trasmettere emozioni e suscitare domande, due cose che le opere di Fratino fanno, anche agli occhi di chi non è addetto ai lavori. Ed è riduttivo, forse anche un po’ provinciale, ridurre (appunto) la mostra “Satura” a qualche penetrazione anale. C’è molto altro. Ad appena 31 anni, ma con quotazioni da record alle più importanti battute d’asta mondiali, Fratino sta avendo un grande successo di critica alla Biennale Arte 2024 di Venezia, dove espone sette opere. La mostra pratese consiste di una sessantina di opere con dodici nuovi dipinti di dimensioni diverse caratterizzati da scenografie sontuose, paesaggi, nature morte, ambienti domestici, ritratti e momenti di intimità. Ma il diretto interessato non ci vuole nemmeno girare intorno. «Abbiamo voluto dare un segnale forte all’Italia, ancora chiusa su queste sensibilità – ha detto Fratino parlando delle sue opere a più alto tasso di erotismo – ma riconosco che gli americani sono ancora meno aperti degli italiani su questo tema». Il direttore del museo, Stefano Collicelli Cagol, che ha fortemente voluto ospitare l’esposizione, ha spiegato che la cosa migliore è «lasciare la libertà di giudizio ai visitatori». Per il presidente del Museo Pecci, l’economista Lorenzo Bini Smaghi, «queste opere fanno parte di un percorso artistico personale», mentre la sindaca Ilaria Bugetti, anche lei presente all’anteprima, se l’è cavata con un «L’arte contemporanea presenta la realtà e fa riflettere». Nessuno insomma si sbilancia sull’impatto che le opere di Fratino avranno da su chi deciderà di visitare la mostra “Satura”. Certamente sarà una scossa per un museo che ha bisogno di un rilancio, anche a costo di fare un po’ di scandalo. 

(ha collaborato Riccardo Tempestini)

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