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L’intervento

Mattarella sulla strage di Viareggio: «Quindici anni fa un disastro inaccettabile»


	Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il capo dello Stato interviene nell’anniversario del disastro ferroviario: «La Repubblica è vicina ai familiari che videro i loro cari inaspettatamente strappati alla vita e che, nel dolore, seppero avviare un percorso civile per accertare le responsabilità di quanto accaduto e per promuovere, ovunque, maggiore sicurezza nei trasporti»

29 giugno 2024
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VIAREGGIO. Per il quindicesimo anniversario della strage di Viareggio – il 29 giugno 2009 – ha parlato attraverso una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Il ricordo

«La notte del 29 giugno 2009, Viareggio venne ferita dalle conseguenze di un disastro ferroviario che, oggi come allora, ci appare inaccettabile». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione. «Le immagini e la memoria di quella tragedia restano incancellabili – aggiunge –. Nel quindicesimo anniversario, la Repubblica è vicina ai familiari che videro i loro cari inaspettatamente strappati alla vita e che, nel dolore, seppero avviare un percorso civile per accertare le responsabilità di quanto accaduto e per promuovere, ovunque, maggiore sicurezza nei trasporti».

La denuncia

Mattarella poi aggiunge: «Le reti infrastrutturali, e tra queste le ferrovie, sono condizione essenziale per la vita e lo sviluppo economico del Paese. La sicurezza è un presupposto irrinunciabile, oltre a essere un diritto primario di cittadini e utenti. Non si può derogare agli standard acquisiti, anzi il livello della sicurezza va elevato tramite controlli e tecnologie più efficaci e una crescita generale di consapevolezza». Il capo dello Stato conclude: «La sicurezza nei trasporti, come quella sul lavoro, è un indicatore di civiltà che deve prevalere su qualsiasi logica di profitto, perché incide sulla vita delle persone - conclude - È questa una lezione che mai deve essere dimenticata».

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