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Dillo al direttore
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Una società competitiva produce fenomeni di isolamento sociale


	A destra Enzo Brogi
A destra Enzo Brogi

Rischiano di esserne vittime i giovani

27 giugno 2024
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Ecco le riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di domenica 23 giugno, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.

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di Enzo Brogi

Un dolore terribile al piede destro mi ha bloccato in casa per giorni. Pare che il getto dell’aria condizionata dell’auto elettrica cinese si sia accanito sul muscolo del dorso del piede. Avevo numerose cose da riordinare nel mio pc e così sono rimasto a giornate chiuso nel mio piccolo studiolo, che gode di una bella vista e non è troppo caldo, senza vedere nessuno. Un po’ come nella condizione di chi si isola nella propria camera, sveglio pure la notte a guardare serie tv, misurarsi con i videogiochi sempre più elaborati, sprecare tempo lottando con i propri pensieri isolandosi completamente dalla società. Unico legame col mondo, la rete. Un fenomeno nato in Giappone, dove la sollecitazione sociale e scolastica, spesso la rigidità delle aspettative familiari e la struttura altamente competitiva di quella società sono molto elevate. E i giovani, incapaci di sopportare quelle pressioni, iniziarono a trovare rifugio nell'isolamento volontario, abbandonando scuola e relazioni sociali.

Un fenomeno che prese nome di “hikikomori”, isolarsi appunto. Anno dopo anno ha trovato alimento anche nelle altre comunità che tendenzialmente si avvicinavano sempre più agli standard competitivi nipponici. Oggi sono tantissimi i paesi, Italia compresa, che debbono confrontarsi con questa problematica. «Siamo come hikikomori che si amano a distanza, e si cercano di notte tra le crepe della stanza» cantano i Pinguini Tattici Nucleari. Tutto ciò sta sollevando preoccupazioni nelle famiglie coinvolte e studi universitari sempre più approfonditi cercano soluzioni. In Italia uno dei più impegnati è lo psicologo e divulgatore scientifico Marco Crepaldi, che ha anche fondato un’associazione che aiuta ragazzi e genitori coinvolti. Anche in Toscana c'è chi se ne occupa. L’avvento di Internet e delle tecnologie digitali hanno reso ancor più facile l’isolamento. Il solo contatto virtuale con il mondo consente di evitare interazioni faccia a faccia che possono essere fonte di ansia e disorientamento rendendo i giovani incapaci di adattarsi alle nuove sfide sociali o aspettative genitoriali.

Dopo appena qualche giorno in solitudine, per quanto preso dal desiderio di uscire, ho subìto la condizione protettiva del nido, fino a comprendere come stando protetti dalla parete della propria camera e affacciati alla finestra del computer sia possibile farsi avvolgere dalla depressione rendendo più complesso il desiderio di reintegrazione. A livello sociale, l'hikikomori rappresenta una grave perdita di capitale umano, con implicazioni economiche e sociali importanti. Occorre riconoscere e affrontare il problema con un approccio olistico e compassionevole offrendo una via d'uscita dall'isolamento e un ritorno a una vita piena e significativa. Io intanto ho occluso con cotone l’uscita dell’aria condizionata dell’auto, magari facendo sudare il mio muscolo flessore. In effetti, per una buona vita sociale, in questo mondo così complicato e pieno di insidie, occorre davvero “usare il piede giusto”.

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