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Airbag difettoso, migliaia di auto fatte fermare perché «pericolose»: i modelli e cosa fare

di Francesco Paletti
Airbag difettoso, migliaia di auto fatte fermare perché «pericolose»: i modelli e cosa fare

L’avviso: «Sospendere immediatamente la guida del suo veicolo». Ma non c’è la vettura sostitutiva

06 giugno 2024
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«Attenzione: azione di richiamo per airbag Takata, avvertimento di sospendere la guida». È scritto in rosso, a caratteri cubitali, nella raccomandata che decine di migliaia di automobilisti toscani e italiani hanno ricevuto proprio in questi giorni. Gliel’ha inviata Stellantis in quanto proprietari di una C3, la popolarissima utilitaria Citroen o di un Ds Automobilities DS3, il suv compatto “made in France”, immatricolate fra il 2009 e il 2019, e su cui quindi è montato il Takata. Solo in provincia di Livorno l’avrebbero già ricevuta in migliaia, molti di più in Toscana. Numeri precisi, però, non ce ne sono. O, comunque, non vengono divulgati, almeno a livello regionale e provinciale.

La comunicazione

Per avere un’idea delle dimensioni del problema, però, basti dire che Stellantis ha inviato la stessa comunicazione ai proprietari di ben 605mila auto (per la precisione 491. 171 C3 e 108. 601 Ds3) in una ventina di differenti Paesi. Ma il dato è verosimilmente sottostimato e il rischio è un vero e proprio effetto domino. Punto primo: perché lo stesso airbag è montato anche su veicoli Volkswagen, Nissan, Seat, Soda e Audi. Punto secondo: stando alle notizie diffuse ieri dai portali specializzati, Stellantis sarebbe in procinto di estendere significativamente la gamma dei veicoli interessati dal richiamo: non più solo C3 e DS 3, ma anche C4, DS 4, DS 5 e alcuni veicoli Opel per un totale di circa 8milioni di auto. Il colosso dell’automobile, invero, ha subito smentito. In modo, però, tutt’altro che drastico: «Al momento non sono previsti ulteriori richiami, ma non possiamo escludere tale eventualità per il futuro». Beninteso, l’azione è più che opportuna. Perché il Takata è davvero un “airbag killer”. Secondo la Nhtsa, l’ente nazionale statunitense per la sicurezza stradale, solo negli Usa avrebbe ucciso ben 27 automobilisti e provocato il ferimento di altre 400 persone. Per chi la riceve, però, quella raccomandata è l’inizio di un girone dantesco, quasi senza uscita, un viaggio infernale fra problemi amministrativi e disservizi.

I disservizi

Perché l’avviso è perentorio: «Le chiediamo di sospendere immediatamente la guida del suo veicolo» scritto in grassetto e pure sottolineato. Seguono alcune indicazioni sulle modalità di segnalazione del caso e sull’intervento assicurato dalla casa produttrice. «Io le ho seguite e il giorno dopo mi sono presentato a un concessionario Citroen autorizzato: mi aspettavo che mi dessero un appuntamento per l’installazione del nuovo airbag e nel frattempo un auto sostitutiva per potermi muovere», dice uno degli automobilisti che ha contattato anche Il Tirreno per denunciare la situazione. Nulla di tutto questo. «I dipendenti del concessionario sono stati gentilissimi e mi hanno aiutato anche a inoltrare la segnalazione in modo da velocizzare la presa in carico del mio caso, ma mi hanno anche avvertito che prima un mese e mezzo difficilmente il pezzo di ricambio sarebbe arrivato e non c’erano neppure auto sostitutive», racconta. Risultato: «La C3 è l’auto che usava mia moglie per spostarsi da Livorno, dove abitiamo, a Collesalvetti e da quando non possiamo più usarla la nostra vita familiare è diventata un inferno: quando mio figlio può andare a riprenderla, la mattina l’accompagno io al lavoro. Altrimenti le lascio la mia auto e io mi muovo con lo scooter, ma le lascio immaginare i disagi», racconta. E poi la domanda: «Ma come si fa a lasciare migliaia di persone per settimane senza il mezzo di trasporto? Per noi, e tantissimi altri, l’auto è necessaria per andare al lavoro».

I numeri

Perché quello del lettore del Tirreno non è certo un caso isolato. Sono in migliaia nella stessa situazione e il problema è proprio la mancanza degli airbag di ricambio. «L’attesa può anche essere di mesi – aveva denunciato nei giorni scorsi Federcarrozzieri – a causa della carenza dei pezzi necessari, una situazione inaccettabile alla quale Citroen deve porre al più presto rimedio rifornendo le autocarrozzerie». Mancano anche i veicoli sostitutivi, anche se Stellantis si è impegnata a metterne a disposizione 60mila, «di cui 25mila destinati all’Italia».

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