Il Tirreno

Toscana

I nostri pelosetti amici animali
Oasi

Alessio, il salvatore dei volatili

di Paola Silvi
Alessio Ciompi con il pavone
Alessio Ciompi con il pavone

Ciompi ha 34 anni e lavora come commesso s’impegna per difendere gli uccelli dall’estinzione

30 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Dopo 28 giorni le uova di oca selvatica si schiudono. Mamma oca le cova e il babbo resta a guardia del nido per tutto il tempo. Il cigno reale nuota nel laghetto mentre il fagiano torquato passeggia seguito dai suoi piccoli. Il pavone fa la ruota e il colombaccio mangia direttamente dalle mani del suo umano preferito. L’oasi dei volatili è a un passo dal mare, in via Stradone del Tripesce a Vada. Qui Alessio Ciompi, 34 anni, si prende cura di decine di specie ornamentali, domestiche e di fauna selvatica. La sua missione è quella di conservare gli uccelli e di salvarli dal rischio dell’estinzione. E i sopravvissuti se la passano alla grande. In un parco naturalistico realizzato, piano piano, con le sue sole forze, dove le stanze di “degenza” sono grandi voliere di quasi 50 metri quadrati, serre ristrutturate e alberi immersi nel verde. A guardia di questo terreno che si allarga per oltre 5mila metri quadrati, per difendere “Gli animali di Ale”, così si chiama anche la proprietà, da volpi, corvi, rapaci ma pure da persone malintenzionate, ci sono due pastori maremmani, Perla e Merlino, che hanno a cuore le centinaia di uccelli presenti quanto il proprietario.

Alessio lavora come commesso alla Conad ma, insieme al nonno Giuseppe, da cui ha ereditato la passione ornitologica e la grande area, cura gli animali e almeno un paio di volte al giorno passa a sistemare, pulire e a dare loro da mangiare. «L’idea del parco – racconta Alessio – è partita quasi per caso dieci anni fa. I miei nonni avevano degli uccelli ma per consumo personale. Poi, come un colpo di fulmine, è nato il mio interesse. Faccio parte dell’Aifao, Amatori italiani fagiani e acquatici ornamentali, e ho iniziato a studiare e a documentarmi».

Lo scopo dell’associazione è quello di tutelare, nel rispetto delle leggi vigenti, le specie più o meno rare di volatili, favorendone la riproduzione e lo scambio di esperienze o di uccelli tra i soci. «Gli animali – spiega – devono avere un anello inamovibile che li identifica e che rimanda al proprietario. Gli associati condividono la proposta di allevarli, proteggerli e conservarli, sostenendo che è dal contatto diretto con questi che si sviluppa l’amore e il rispetto per tutti i tipi di volatili». Così Alessio li conosce uno ad uno. «In realtà – specifica – fra maschio e femmina sono indistinguibili ma si individua il soggetto ed è una meraviglia osservarli nella loro fiera indipendenza».

In questo rifugio speciale c’è l’oca selvatica, la canadese maggiore, quella delle nevi e quella delle Hawaii. «Che sta per scomparire – sottolinea – da quando nelle isole introdussero altri animali come cani, gatti e maiali che predavano le uova». Un’altra specie sotto stretta osservazione perché in pericolo d’estinzione è la lombardella minore. E poi c’è il capitolo degli uccelli acquatici, con una lista altrettanto lunga: dall’anatra carolina all’alzavola europea, da quella brasiliana al moriglione, dal fischione al cigno reale. Senza dimenticare il fagiano, il pavone e il torquato, con piume chiare e sopracciglia bianche. «Il germano, le oche e il colombaccio – aggiunge – hanno covato». Gli uccelli hanno una fase di vita nel nido e poi una a terra: i genitori li seguono e alimentano. I piccoli imparano a esplorare, a cibarsi, e intanto si completa lo sviluppo del piumaggio e dei muscoli pettorali che serviranno per volare. «Oggi – conclude – il cronometro naturale degli uccelli migratori non coincide più perfettamente con le stagioni. La primavera anticipata, anticipa il resto del processo». Ma assistere alla schiusa delle uova, veder comparire i becchi minuscoli che si affacciano alla vita è uno spettacolo. «Una magia che non mi stancherò mai di ammirare», conclude.


 

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni